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lettere dalle case chiuse

11/12/2020 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo lettere dalle case chiuse

Gentile signora

Già da lungo avrei voluto scrivervi egregia signora, ma ho sempre rimandato, speravo venire a Roma e parlarvi personalmente, ma ora non posso più attendere, quindici giorni trascorsi a B. sono stati cosi tormentosi dissolvermi credo dieci lunghi anni di fango, e oggi a mani giunte signora vi prego lottate, lottate per il vostro progetto, salvateci.

Nell’autunno dello scorso anno lessi sull’Avanti!  il vostro discorso. Lo lessi con interesse, rilessi con commozione i punti più patetici, più umani, poi misi a parte il giornale e ancora lo conservo. Giorni fà qui a B. mi capitò tra le mani un opuscolo ove era scritto il vostro famoso di scorso questa volta lo lessi con avidità, mi sembrò portasse pace al mio animo in tempesta e questo vostro di ]scorso l’ho letto tante volte che potrei ripeterlo a memoria.
Quanta verità nelle vostre parole signora.

Propaganda dicono le megere. Non è vero. Verità sacrosanta, anzi è ancora poco quello che avete detto, è peggio dovete credermi.

Qui a B. le case chiudono alle due di notte, un giorno si e l’altro no si fa il turno di mattina quindi verrebbe un orario lavorativo dalle 9 alle 13, dalle 14 alle 19, dalle 20 alle due, sarebbero 15 ore di lavoro estenuante sotto la luce accecante del neon, stordite dalla voce rauca della megera se non ci diamo da fare, prive di aria perché le finestre sono ermeticamente chiuse dato che sporgono nel centro. La strada è via […], e se si sposta un po’ la tenda, le megere inveiscono contro di noi come furie.

La mattina poi che siamo libere che si potrebbe uscire per goderci un’ora di sole, bisogna invece poltrire in letto perché uscire sole è vietato, ordine del questore. Oppure uscire con la megera, ma tutte queste tenutarie sono conosciute, alcune portano sulla fronte scritto il marchio del loro turpe mestiere ed allora si rinuncia all’ora di sole. E poi anche accontentandosi di uscire accompagnate non vogliono uscire a piedi, oppure non vogliono accompagnarci per i negozi ove si deve fare le commissioni e bisogna rinunciare e stare a casa, farsi fare le spese dal cameriere, cosi se un oggetto costa 100 si paga 300, si perde la salute, il brio, tutto. Il questore vieta a noi l’uscita perché dice che teme si dia scandalo, e permette che i tenutari nei caffè parlino ad alta voce dei loro loschi incassi, del loro turpe mestiere, questa non è moralità vero?

E in tutte le città c’è una magagna, o proibiscono le uscite. In altre città i dottori neppure visitano quindi non si è sicure della nostra salute. In altre bisogna dare 10.000 lire al segretario per avere il posto. In altre ancora, ogni 15 giorni ricorre compleanni e onomastici delle proprietarie, esigono quindi regali e cosi si tira avanti e credetemi egregia signora anche modificando le leggi a nostro riguardo come dicono gli antiabolizionisti andrà sempre a vantaggio dei tenutari e noi si sarà sempre le vittime. La […] chiude gli occhi perché con qualche bigliettone gli […] arrotondano il magro stipendio.
Ed allora signora lottate, lottate perché questo triste mercato cessi, chiudete chiudete queste tombe dei vivi.

Dio vi benedirà.

Una delle tante

16/03/1950

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immagine: copertina del libro Lettere dalle case chiuse, Edizioni Avanti! , Collana del Gallo 1955

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Rileggendo le molte lettere, la maggior parte non anonime, che ricevette Lina Merlin “dalle case chiuse” si spalanca una porta sulla realtà di miseria e di desolazione morale dell’Italia del dopoguerra che coinvolgeva alcune migliaia di donne e i loro figli in una sorta di ghetto sociale da cui era assai arduo uscire. Le lettere di consenso che riceve Lina Merlin offrono, in un lessico semplice e con drammatica chiarezza, argomenti assai convincenti. In questi scritti affiora non solo la volontà di non essere più oggetto di sfruttamento nei postriboli controllati dallo Stato, ma soprattutto la speranza di ritrovare una vita normale mettendosi alle spalle tutte le ignobili vessazioni burocratiche e le regole discriminatorie che impedivano l’esercizio dei più elementari diritti civili come il lavoro o il matrimonio con pubblici dipendenti.

Ma le curatrici del libro hanno pubblicato anche lettere contrarie alla soppressione delle “case chiuse”.

A parte quelle offensive o inutilmente polemiche contro la “moralista” Merlin, ve ne sono alcune che pongono questioni tutt’oggi aperte. Alcune donne rivendicano il diritto di svolgere la loro attività come una professione, altre esprimono forte preoccupazione sulle conseguenze dell’approvazione della legge in discussione e non credono che le cose possano cambiare, anzi temono un peggioramento delle loro condizioni. Queste ultime lettere oggi devono far riflettere. La Senatrice socialista, che fin da giovane fu a fianco di Giacomo Matteotti nella lotta antifascista, subì il confino, partecipò alla Resistenza e fu eletta all’Assemblea Costituente formulando l’articolo della Costituzione che garantì la parità tra uomo e donna. Con la sua proposta di legge, non si illudeva di abolire la prostituzione, ma voleva abolirne lo sfruttamento, a maggior ragione da parte dello Stato. Dal 1958 tutti i governi, di qualunque colore fossero, i Parlamenti e le forze politiche, hanno sempre assunto la linea della tacita tolleranza dello sfruttamento della prostituzione.

A quasi sessant’anni dall’entrata in vigore della legge, si può affermare che l’eredità del lavoro di Lina Merlin sia stata tradita. Le barriere burocratiche che imprigionavano le abitanti delle “case chiuse” sono state abbattute ma la lotta allo sfruttamento della prostituzione oggettivamente segna il passo. Naturalmente non stiamo parlando di chi sceglie liberamente di prostituirsi. Il fenomeno del lenocinio organizzato ha cambiato aspetto, ma la realtà è spesso di gran lunga peggiore del passato. Qualche sindaco ha pensato di porre rimedio attraverso sanzioni a carico dei “clienti”. Da sola questa misura toglierebbe le persone dalla strada ma non eliminerebbe lo sfruttamento. Al di là degli aspetti culturali e ambientali serve qualcosa che produca un impatto concreto nel perseguire tutti coloro che traggono illeciti benefici dal mercato del sesso. Ma questa è una decisione politica che richiederebbe l’impiego di risorse ed energie da parte delle istituzioni, se questo obiettivo è considerato una vera priorità. Sarebbe significativo che, a partire dalle associazioni impegnate sul fronte femminile che rivendicano la centralità della questione femminile o di “genere”, si avviasse un confronto per giungere a proposte concrete. Significherebbe raccogliere il testimone di Lina Merlin per dare continuità al suo impegno politico e civile.

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Walter Galbusera Presidente della fondazione Anna Kuliscioff – introduzione al reprint del volume edito dalle Edizioni Avanti! – Collana del Gallo 1955 – copertina Albe Steiner

 

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Dino, provo qualcosa di tanto forte che non so com Dino, provo qualcosa di tanto forte che non so come lo reggerò… Sei tu che mi squassi cosi? Che cosa m’hai messo nelle vene? E sempre ho negli occhi quella strada col sole, il primo mattino, le fonti dove m’hai fatto bere, la terra che si mescolava ai nostri baci, quell’abbraccio profondo della luce. Dove sei, che mi sento cosi strappata a me stessa? Mi chiami, o m’hai dimenticata? Oh ti voglio ti voglio, non ti lascerò ad altri, non sarò d’altri, per la mia vita ti voglio e per la mia morte, Dino, dopo questo non si può esser più nulla, oh, sapere che anche tu lo senti, che rantoli anche tu cosi…
Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo.
Dimmi che mi manca cosi il respiro perché mi chiami, perché mi vuoi…
Epistola XV
Sibilla a Dino
Villa La Topaia, Borgo S. Lorenzo, 9 agosto 1916
foto dal film Un Viaggio Chiamato Amore 2002
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opera: Sandro Botticelli, la Primavera, 1482 ca, opera: Sandro Botticelli, la Primavera, 1482 ca,  Galleria degli Uffizi,  Firenze …  https://cctm.website/sandro-botticelli-firenze 
#botticelli #firenze #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #uffizi #capolavoro #arte
Mia nonna aveva una teoria molto interessante. Dic Mia nonna aveva una teoria molto interessante. Diceva che, benché nasciamo con una scatola di cerini dentro di noi, non
possiamo accenderli da soli, abbiamo bisogno, come nell’esperimento, di ossigeno e dell’aiuto di una candela. Solo che in questo caso l’ossigeno deve provenire, per esempio, dal fiato della persona amata; la candela può essere un tipo qualsiasi di cibo, di musica, di amore, di parola o di suono che faccia scattare il detonatore e accendere in tal modo uno dei fiammiferi. Per un momento ci sentiremo abbagliati da un’intensa emozione. Si produrrà dentro di noi un piacevole calore che con il passare del tempo si andrà affievolendo, lentamente, finchè non sopraggiungerà una nuova esplosione a ravvivarlo. Ogni individuo deve scoprire quali sono i detonatori che lo fanno vivere, poiché è la combustione che si produce quando uno di essi si accende a nutrire di energia l’anima. In altre parole, questa combustione è il nostro nutrimento. Se non scopriamo in tempo quali sono i nostri detonatori, la scatola di cerini s’inumidisce e non potremo mai più accendere un solo fiammifero. 
di Laura Esquivel 
[Dolce come il cioccolato]
illustrazione Gaby D'Alessandro
#lauraesquivel #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #cioccolato
The Clash, London Calling, 1979 … https://cctm.w The Clash, London Calling, 1979 … https://cctm.website/the-clash-london-calling #theclash #londoncalling #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
E chi legge più di poesia? Il suo valore esaltant E chi legge più di poesia? Il suo valore esaltante è stato dimenticato! Eppure una poesia può accendere nel petto un calore, forte come quello dell’amore. Una poesia, meglio di tutti i whiskey, meglio del Valium e del Prozac, potrebbe “tirare su”, sollevare l’anima, perché alza il punto di vista da cui guardare il mondo. Quando ci si sente soli ci sarebbe da trovare più compagnia nel leggere dei bei versi che nell’accendere la televisione!
Tiziano Terzani
illustrazione Carl Larsson
#tizianoterzani #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia
Ci mancò l'aria, ci mancò la terra. Marcinelle, Ci mancò l'aria, ci mancò la terra.
Marcinelle, 8 agosto 1956.
Era l’8 agosto 1956 quando in Belgio, nella città di Marcinelle, si udì una terrorizzante esplosione nella miniera di carbone che uccise 262 minatori dei quali oltre la metà (138) erano italiani  quasi tutti del SUD.
Alla fine della seconda guerra mondiale nel Belgio mancava la manovalanza per le miniere di carbone. Il 20 giugno 1946 si strinse un accordo scellerato tra l'Italia e il Belgio che prevedeva l'invio di 50.000 ne partirono con contratti fasulli dal SUD 140.000  che si portarono dietro anche 18.000 donne . Per ogni minatore  che saliva, si dava in cambio qualche quintale di carbone belga.
Gli operai della terra del sole  arrivavano in Belgio a volte senza sapere che tipo di lavoro avrebbero fatto (molti dei nostri confondevano "minatore" con "muratore") e la loro vita sprofondava a 815 metri di profondità dentro le viscere della terra.
#marcinelle #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #moriredilavoro
opera: Edmondo Bacci, Avvenimento L1 L, 1956 … h opera: Edmondo Bacci, Avvenimento L1 L, 1956 … https://cctm.website/edmondo-bacci-italy
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#fabiomagnasciutti #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #amore
Nelle opere che compongono la Sleep Series Maryam Nelle opere che compongono la Sleep Series Maryam Ashkanian ha ricamato persone profondamente addormentate … https://cctm.website/maryam-ashkanian-iran #maryamashkanian #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #sleeping
Hai viso di pietra scolpita, sangue di terra dura, Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l’alba è silenzio.
E sei come le voci
della terra – l’urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo – le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.
Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov’è entrato una volta
ch’era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come al cortile antico
dove s’apriva l’alba.
Cesare Pavese
Foto: Sally Mann
#cesarepavese #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia #poesiaitaliana
Tienimi. Mentre il mondo passa urlando. Mentre i i Tienimi. Mentre il mondo passa
urlando.
Mentre i i fiori silenziosi
si chiudono
e si affacciano le stelle.
Mentre milioni di pittori angelici
preparano l’alba. E le
vetrine si accendono sui viali
trafficati, mentre gli uomini
si svegliano al loro posto
o altrove e i leggerissimi i tir
svaniscono come ultime ombre
azzurre sulle autostrade, mentre
Lisbona guarda New York
e il cerbiatto guarda timoroso la radura,
mentre molti godono e ballano,
le luci del porto feriscono
e le stazioni ci inghiottono
e i portici ci disegnano, mentre
molti piangono e cercano
come rialzare lo sguardo, tienimi
mentre va in scena il mondo
tremendamente
e il cielo segretamente lo tiene… 
Davide Rondoni
illustrazione ©️ Eduardo Ungar
#daviderondoni #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia #poesiaitaliana #amore
frammento da Se una notte d’inverno un viaggiato frammento da Se una notte d’inverno un viaggiatore, Einaudi, 1979 … https://cctm.website/italo-calvino-italia-28 #italocalvino #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #frammento
Eleonora Ines Nitti Capone LA PAROLA BUONA #eleon Eleonora Ines Nitti Capone
LA PAROLA BUONA  #eleonorainesnitticapone #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia
opera: Rodolfo Marasciuolo, I lampioni innamorati opera: Rodolfo Marasciuolo, I lampioni innamorati – ubicazione: Parco del Valentino, Torino … https://cctm.website/rodolfo-marasciuolo-i-lampioni-innamorati #rudymarasciuolo #cctmwebsite #anoipiaceleggere #leggere #torino #amore
Nella lingua Quechua non esiste la parola "addio", Nella lingua Quechua non esiste la parola "addio", esiste "tupananchiskama" che significa "fino a quando la vita non ci ritroverà”.
ph Viki Kollerova 
#cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #vita
Pier Vittorio Tondelli l’ultimo scritto … http Pier Vittorio Tondelli l’ultimo scritto … https://cctm.website/pier-vittorio-tondelli-lultimo-scritto 
#piervittoriotondelli #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
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