collettivo culturale tuttomondo Laura Landi e Giovanna Selis Le lesbiche non esistono
Laura Landi e Giovanna Selis sono due registe italiane autrici del video documentario Le lesbiche non esistono.
Nato da una produzione dal basso, grazie al contributo della rete, il documentario si interroga sulla visibilità delle lesbiche in Italia.
Convinte che l’invisibilità sia una forma di discriminazione più subdola e potente di molti falsi stereotipi, Laura e Giovanna hanno deciso di intervistare quel mondo “oscuro”, per poterlo raccontare con un linguaggio comprensibile a un pubblico omosessuale e non.
illustrazioni di Francesca Bolis
Luca è un nostro caro amico. Ed è gay.
Come succede tra amici a volte litighiamo e come spesso succede tra amici il più delle volte terminiamo queste liti ridendo.
Tra l’inizio delle nostre discussioni e la risata finale riusciamo a rintracciare mediamente 6/7 modi diversi – e non sempre gentili – di appellare Luca specificatamente per il suo orientamento sessuale.
Ma se al posto di Luca ci fosse Marta, che come Luca è una nostra amica ed è omosessuale, quanti modi riuscireste a trovare per insultarla? … continua a leggere su produzionidabasso.com
Insieme a Lei disse sì e Le cose cambiano, Le lesbiche non esistono fa parte di una serie di progetti interessanti che negli ultimi anni in Italia non solo hanno fornito un sostegno simbolico a coloro che vivono le difficoltà quotidiane legate al riconoscere e al vivere il proprio orientamento sessuale ma anche – percorrendo il territorio nazionale per le numerose presentazioni – hanno avuto un ruolo importante nel sensibilizzare la società ai temi LGBT.
Accompagnato da musiche raffinate, in assoluta consonanza con le emozioni suscitate dalle immagini e dai racconti, questo documentario può essere definito come un coro visuale di storie intime dalla grande forza sociale e politica. Una forza data dalla delicatezza e da una giusta dose di autoironia e leggerezza che accompagnano un racconto volto a far luce sulla realtà del lesbismo. Una realtà ancora opaca per lo più, spesso inquinata da pregiudizi e rappresentazioni stereotipate che quando non è erotizzata in funzione dello sguardo maschile dominante è spesso sminuita come fantasia adolescenziale alla quale la maturità porrà rimedio. (Ottavia Orsini)