cctm collettivo culturale tuttomondo Juana de Ibarbourou (Uruguay)
Ora dei naviganti estatici
Sopra mari di basalto e di turchese.
Il vento suona le sue nacchere di rame
E sulla prua della mia nave cade una stella.
Andremo nel paese dei sentieri illuminati
Dal girasole rotante dei sogni:
Prendi la direzione del mio vascello
Tu che conosci i notturni oceani.
La spiaggia del giorno è così lontana
Che ho perfino dimenticato i colori della luce
E non so più come fiorisce il melograno della sera.
Voglio appoggiare la guancia sulla tua mano,
togliti quell’anello di ametista
che mi ferisce la tempia, timoniere.
Io ho gettato in mare la collana della vita
E sento che il corpo mi pesa meno di un petalo.
Se ci sorprende la tormenta, che facile
ti sarà sollevarmi con le braccia e proteggermi contro il tuo petto!
Prendi la direzione del mio vascello
tu, che notte dopo notte percorri
le rotte fedeli del mio sogno.
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Hora de los navegantes extáticos
Sobre los mares de basalto y de turquesa.
El viento suena sus crótalos de cobre
y en la proa de mi barco cae una estrella.
Iremos al país de los caminos iluminados
por el mirasol giratorio de los sueños.
Toma la dirección de mi navío
tú, que conoces los nocturnos océanos.
La playa del día está tan distante
que hasta he olvidado los colores de la luz.
Y ya no sé cómo florece el granado de la tarde.
Quiero apoyar la mejilla en tu mano,
quítate esa sortija de amatista
que me hiere la sien, timonero.
Yo he tirado al mar el collar de la vida
y siento que el cuerpo me pesa menos que un pétalo.
Si nos sorprende la tormenta: ¡qué fácilmente
podrás alzarme en tus brazos y abrigarme en tu pecho!
Toma la dirección de mi navío
tú, que noche a noche recorres
las rutas fieles de mi sueño.
Juana de Ibarbourou
de La rosa de los vientos, 1930
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illustrazione: Leandro Lamas
Juana de Ibarbourou, all’anagrafe Juanita Fernández Morales (Melo, 8 marzo 1895 – Montevideo, 15 luglio 1979), è stata una poetessa e scrittrice uruguaiana.
Già nella prima raccolta di versi intitolata Las lenguas de diamante (1918), così come nella prosa El cántaro fresco (1920), nell’autobiografia Chico Carlo (1944), nell’opera teatrale Los sueños de Natacha (1945), la Ibarbourou si caratterizzò per una diffusa sensualità, una grande sensibilità, gioia, ottimismo e per elementi modernisti, simbolisti, elegiaci, grazie ai quali trattò del mondo della natura, della società e del popolo americano, attingendo a piene mani dalla mitologia (Wikipedia)
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