centro cultural tina modotti Ivan Graziani Firenze
Ivan Graziani, Firenze (Canzone triste), 1980
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Firenze lo sai, non è servita a cambiarla
La cosa che ha amato di più è stata l’aria
Lei ha disegnato, ha riempito cartelle di sogni
Ma gli occhi di marmo del Colosso Toscano
Guardano troppo lontano
Caro il mio Barbarossa, studente in filosofia
Con il tuo italiano insicuro certe cose le sapevi dire
Oh lo so, lo so, lo so, lo so bene, lo so
Una donna da amare in due in comune fra te e me
Ma di tempo ce n’è in questa città
Fottuti di malinconia e di lei
Per questo canto una canzone triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste, triste
Triste come me
E non c’è più nessuno
Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei
E non c’è più nessuno
Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei
Ricordo i suoi occhi, strano tipo di donna che era
Quando gettò i suoi disegni con rabbia giù da Ponte Vecchio
“Io sono nata da una conchiglia” diceva
“La mia casa è il mare e con un fiume no
Non la posso cambiare”
Caro il mio Barbarossa, compagno di un’avventura
Certo che se lei se n’è andata no, non è colpa mia
Oh lo so, lo so, lo so, la tua vita non cambierà
Ritornerai in Irlanda con la tua laurea in filosofia
Ma io che farò in questa città?
Fottuto di malinconia e di lei
Per questo canto una canzone triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste, triste
Triste come me
E non c’è più nessuno
Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei
E non c’è più nessuno
Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei
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Ivan Graziani, Firenze (Canzone triste) lato A del singolo Firenze (canzone triste)/Angelina, 1980, Numero Uno.
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testo e musica: Ivan Graziani
Ivan Graziani (Teramo, 6 ottobre 1945 – Novafeltria, 1º gennaio 1997) è stato un cantautore e chitarrista italiano.
Dopo aver firmato un contratto con la Numero Uno (etichetta con cui aveva già lavorato ai tempi degli Anonima Sound), nel 1976 registra, allo studio Il Mulino di Milano, l’album Ballata per 4 stagioni, in cui tra l’altro viene ripresa Il campo della fiera, una canzone da La città che io vorrei.
Segue nel 1977 I lupi che contiene il singolo Lugano addio con cui si fa conoscere al grande pubblico, sebbene il singolo mettesse questa canzone come facciata B della stessa title-track dell’album: in classifica per dieci settimane, arriva fino al diciannovesimo posto, mentre l’album resta in hit parade per trentotto settimane, raggiungendo la sedicesima posizione … continua a leggere su Wikipedia
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