collettivo culturale tuttomondo Italo Calvino L’inferno dei viventi
di Italo Calvino (Italia)
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio
tratto da Le Città Invisibili, Einaudi, 1972
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by Italo Calvino (Italy)
The hell of the living is not something that will be; if there is one, it is what is already here, the hell we live in every day, that we make by being together.
There are two ways to escape suffering it. The first is easy for many: accept the hell, and become such a part of it that you can no longer see it. The second is risky and demands constant vigilance and apprehension: seek and learn to recognize who and what, in the midst of hell, are not hell, then make them endure, give them space.
from Invisible Cities, Harcourt, 1974
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foto: Gregory Crewdson, Production Still (Clover Street), 2005 – fair use
Il romanzo Le città invisibili viene pubblicato nel 1972, nel momento in cui Calvino stava sperimentando, ormai da qualche anno, strutturalismo e semiotica, alcuni studiosi chiamano questo periodo dell’autore il periodo “combinatorio”.
La letteratura diventa un gioco, come una costruzione che viene eretta e poi distrutta. Nel 1974 Le città invisibili venne pubblicato anche negli Stati Uniti dove gli venne assegnato il premio Nebula.
È stato tradotto e diffuso praticamente in mezzo mondo, si conoscono traduzioni greche, persiane, russe, inglesi e americane, francesi, spagnole, tedesche, ungheresi e l’elenco è ancora lontano dal termine.
collettivo culturale tuttomondo Italo Calvino L’inferno dei viventi