centro cultural tina modotti Filippo Strumia poesia
Se mi chiedi che cosa resterà di me, io ti rispondo che quando giri
gli occhi
cresce nei boschi un’erba sconosciuta.
Come vorrei che tu sentissi
com’è grande il vuoto nei pensieri,
dove abitiamo e dove siamo altrove
e dove mi potrai cercare.
Se mi dici che è poca cosa,
io ti rispondo che è cosí fragile
il nostro giudizio che anche il suono
delle foglie fa paura
e se anche stringessimo in pugno
l’immensità del mondo,
ne faremmo un rifugio d’Anna Frank.
E non sai che siamo già meno
di quel poco che lamenti,
di quell’erba sconosciuta
che nessun botanico
e nessuna Gestapo
potrà mai scovare.
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Filippo Strumia
da Preghiere senza dio
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Photo by Imthiyas Iqbal on Unsplash
Filippo Strumia È nato a Roma nel 1962 dove vive e lavora come psichiatra e psicoanalista di orientamento junghiano.
Nel 2008 ha scritto un’opera teatrale in versi, Fuori dall’Eden, andata in scena al Teatro Agorà, in Roma, con la regia di Laura Giulia Cirino e Antonio Petretto.
Il suo rapporto con la poesia è stato a lungo solitario e nascosto, non avendo mai svelato l’abitudine di scrivere versi, fino all’incontro con l’editore.
Pozzanghere è il suo primo libro di poesie, frutto di questa improvvisa e inaspettata emersione in superficie.
Pianista classico, appassionato di volo.
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