cctm collettivo culturale tuttomondo Isabella Bignozzi (Italia)
da Versolibero fil rouge Venti voci femminili
Venti voci femminili della poesia contemporanea italiana, unite da un filo rosso, sottile e invisibile, eppure percettibile. Venti voci che amano e osservano il quotidiano nel suo incanto, che abbracciano ogni verso portandolo al seno, come creatici del mondo. Madri della vita stessa. Cuore e anima rivolti al dolce infinito. In questi versi, dove ci si può perdere per poi ritrovarsi in una veste migliore, con occhi forse più disincantati ma pur sempre bambini. Gli stessi occhi che chiedono di essere visti e mai rifiutati. Accolti dall’amore e basta. Solo e sempre dall’amore. (by Patrizia Baglione)
Alba di Isabella Bignozzi (Bologna, 1971)
Sanguina il gelso
nel pianto degli archi
un adagio in minore
suonato di taglio
si misura nel crollo
la premura d’amore
negli steli recisi
la morte che ha cura
balsamo miele
mio barbaro
mia nuda tra le dita
preghiera
e tu
candido altare
alba di vetro
che ogni cosa sai
del nuovo giorno
spezzami piano.
da Memorie fluviali (MC Edizioni, 2022)
_
Collage digitale by Dina Carruozzo Nazzaro
Isabella Bignozzi è odontoiatra, autrice di numerosi articoli medico-scientifici di rilevanza internazionale.
La sua prima silloge poetica, Le stelle sopra Rabbah, è uscita per Transeuropa nel 2021, con postfazione di Elio Grasso. Nel 2022, per MC Edizioni, ha pubblicato la raccolta Memorie fluviali.
Ha pubblicato il romanzo storico Il segreto di Ippocrate (La Lepre, 2020). Suoi racconti, prose e contributi critici sono apparsi in varie riviste letterarie.
_
Qualcuno, prima o poi, dovrà pur scoprire l’unità di misura dell’energia poetica. Sarebbe stata molto utile infatti, per misurare con precisione la potenza di queste Memorie fluviali, seconda encomiabile prova di Isabella Bignozzi.
Le poesie non recano punteggiatura, salvo rarissime virgole e il punto finale.
Memorie fluviali è una raccolta piena di dolcezza e d’amore, come nell’ossimorico e bellissimo spezzami piano (verso che chiude Alba) o nella notte che ci vuole nudi e uniti ancora/ nel più lontano amore che non conosce i discorsi/ che non sa le parole (da Le mani) o in quello che è un orgasmo senza dolore/ benedetto di luce (che chiude L’amore dei vivi). Quasi a sorpresa, il libro si conclude con una prosa intensamente evocativa, Il peso tuo buono, che cerca di compiere l’impresa eroica di colmare un’assenza. Con Isabella Bignozzi e le sue Memorie non c’è il pericolo di esagerare: siamo davvero di fronte ad una voce sorprendente della nostra poesia.
Antonio Fiori