collettivo culturale tuttomondo I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’ abbagliante splendore del loro primo amore.
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Les enfants qui s’aiment s’embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s’aiment
Ne sont là pour personne
Et c’est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie
Les enfants qui s’aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l’éblouissante clarté de leur premier amour.
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Jacques Prévert
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traduzione dal web
foto: Gianni Berengo Gardin
Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 1900 – Omonville-la-Petite, 1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese
La poesia di Prévert è una poesia scritta per essere letta e quindi più parlata che scritta, fatta per entrare a far parte della nostra vita. Ciò che esce con prepotenza è il concetto di amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato. Una gioia che coincide con la nascita e con la vita, e a sua volta con la primavera le grand bal du printemps e anche con la figura del bambino, la sua semplicità e gioia che si ribella alle istituzioni, come la scuola, quel posto dove “si entra piangendo e si esce ridendo”.
Come già detto il ribellarsi alle istituzioni e la voglia estrema di libertà si ritrova pienamente nell’immagine dell’uccello, più volte presente nella poesia di Prévert. L’amore non si può incatenare o forzare, è quanto di più spontaneo esista al mondo, chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo finisce inevitabilmente per perderlo “je suis allé au marché aux esclaves mais je ne t’ai pas trouvée mon amour”, anzi quando si prova l’amore, quello vero non vi è neanche il desiderio di incatenarlo, è spontaneo, libero, come quello de I ragazzi che si amano. Il germe della gioia c’è sempre, il male, per quanto possa aver preso il sopravvento in tutte le sue forme, la guerra la prima, non riesce ad essere totalizzante, “tout le monde ne peut pas tuer tout le monde, croyez en ma vielle expérience. et alors tout saccagé qu’il est le grand bal du printemps peut-etre ne fait que recommencer”, e il poeta lo fa notare.
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