collettivo culturale tuttomondo I Fiori del Male Donne in Manicomio …
Il regime e la gestione dell’infanzia anormale
È necessario ridurre il più possibile quella schiera di ipoevolute sessuali che hanno la pubertà tempestosa, che sono di minimo o nessun rendimento, che avranno, quando l’hanno, una fecondità tarda e difficile, con maternità tormentate e parti patologici: quelle donne che si trascinano da medico a medico, donne che vivono male e fanno vivere male chi convive con esse. (Nicola Pende, 1937)
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La bonifica della femminilità attuata dal regime prese avvio fin dalla prima infanzia e dall’adolescenza, individuando quelle creature imperfette che mostravano già in tenera età anomalie che le rendevano inadeguate alla missione materna.
Durante il Ventennio le stanze del manicomio si affollarono di un’«infanzia sofferente» segnata dalle «stigmate della degenerazione della razza» e rubricata come «peso inutile» per la società.
A essere assistite non furono solo le “deboli di mente” ridotte «a vegetare miseramente e pericolose per se stesse» — come prevedeva la legge del 1904 — ma anche le cosiddette fanciulle «in pericolo morale», vittime di abbandono familiare, della cattiva educazione, di una costituzione difettosa ed esposte, per queste ragioni, al rischio di divenire delinquenti.
Per tale categoria di «anormali dell’intelligenza e del carattere», spesso sparse nelle periferie incapaci di accedere a strutture specializzate, il manicomio sembrò prefigurarsi come una delle «misure di protezione» in cui applicare in modo totalitario i metodi della medicina educativa: l’ambiente, il modo di vita, l’esempio, il lavoro avrebbero dovuto portare alla loro correzione e rieducazione.
testo e immagine tratti dal catalogo della mostra I Fiori del Male – Donne in manicomio nel regime fascista curati da Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante
I Fiori del Male – Donne in manicomio nel regime fascista è una mostra foto-documentaria che racconta le storie di donne che nel periodo fascista vennero recluse in manicomio perchè non conformi agli stereotipi culturali dell’ epoca.