collettivo culturale tuttomondo Giorgio Caproni poesia
Ho provato a parlare.
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.
Giorgio Caproni
Sassate da Tutte le poesie, Garzanti, 2013
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Photo by Manuel bonadeo on Unsplash
Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990) è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano.
Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e la città natale, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimenti.
Nel corso della sua produzione Caproni procede sempre maggiormente verso l’utilizzo di una forma metrica spezzata, esclamativa, che rispecchia l’animo del poeta alle prese con una realtà sfuggente impossibile da fissare con il linguaggio. Questo stile è evidente anche nell’impiego della forma classica del sonetto, impiegato in forma “monoblocco”, ovvero senza divisioni strofiche … continua a leggere su Wikipedia
Giorgio Caproni (Livorno, 7 January 1912 – 22 January 1990, Rome) was an Italian poet, literary critic and translator.
In 1945, he went to Rome, where he contributed to a number of journals; besides poetry he also wrote criticism and novellas and contributed translations. His book Il passaggio di Enea collected all of his poems written to 1956 and reflected his experiences in combat during World War II and serving with the Resistance. He also oversaw a series of translations of foreign works … keep on reading Wikipedia
Giorgio Caproni poesia
Parafrasi: Parlare di cose che non si conoscono ci fa commettere errori e riceviamo risposte che fanno male.
Nella sua poesia Caproni canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e la città natale, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimenti.
Nel corso della sua produzione l’ autore procede sempre maggiormente verso l’utilizzo di una forma metrica spezzata, esclamativa, che rispecchia l’animo del poeta alle prese con una realtà sfuggente impossibile da fissare con il linguaggio.
Questo stile è evidente anche nell’impiego della forma classica del sonetto, impiegato in forma “monoblocco”, ovvero senza divisioni strofiche. Caproni spezza la regolarità e il ritmo del sonetto utilizzando rime interne, enjambements, una sintassi spesso franta e il ricorso a interiezioni.