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Gio Ponti (Italia)

10/06/2021 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Gio Ponti (Italia)

Le scale sono stanze disarredate, precise, silenti, e il loro silenzio è ritmato da questa cosa impressionante e umana, sonora, « il passo ».

Las escaleras son habitaciones sin muebles, precisas, silenciosas, y su silencio se refleja en esta cosa impresionante y humana, sonora, “el paso”
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Gio Ponti, frammento da Amate l’ Architettura, ed. Vitali e Ghianda, 1957

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Giuseppe Momo, Scala a doppia spirale elicoidale per i Musei Vaticani, 1932 – foto by NormanB, CC BY-SA 3.0

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Era il 1957 quando questa “piccola architettura da tasca”, scritta e plasmata da Gio Ponti in ogni suo dettaglio iconografico e tipografico, venne pubblicata da Vitali e Ghianda.

La casa editrice genovese aveva chiesto all’allora sessantacinquenne architetto di ripensare L’architettura è un cristallo, uscito nel 1945.

Erano i primi anni del boom economico, si sentiva l’urgenza di portare avanti un’opera di rinnovamento e nel suo campo Ponti era l’uomo giusto per farlo.

Profondamente animato da uno spirito moderno incarnato nell’estetica della leggerezza, il maestro era anche un grande comunicatore, dote indispensabile per diffondere l’entusiasmo per il nuovo e contagiare un pubblico vasto.

Il prezzo di Amate l’architettura fu tenuto basso e la tiratura si spinse a 3.000 copie, tante per un libro sull’argomento.

Il volume fu un successo, tradotto in inglese e giapponese, ma venne penalizzato in seguito dai circuiti della distribuzione, che gli impedirono per decenni di arrivare a una seconda edizione.

Anche la ristampa del 2004 a opera di CUSL (Cooperativa Universitaria Studi e Lavoro) non ha saputo restituirgli la giusta visibilità. Tutti elementi che rendono ancora più interessante l’operazione fatta da Rizzoli con questa nuova versione, rispettosa dell’originale e arricchita da un’appendice che ne documenta la gestazione editoriale (lettere, schizzi e disegni d’archivio).

A distanza di quasi sessant’anni si può finalmente riassaporare questa sintesi del pensiero pontiano, costellata di aforismi e narrazioni brevi, organizzata in capitoli dai titoli accattivanti anche per un pubblico di non addetti ai lavori.

Il libro “è una collezione di idee”, ed “è stato fatto come si dipinge: a riprese, a ritocchi, a particolari”, scrive l’autore nella prefazione. Amate l’architettura è un’autobiografia sviluppata attorno a concetti come il tempo, il colore, l’arte, l’estetica e i materiali, ma anche un diario illustrato impreziosito da carte di diverso colore e grammatura che lo rendono ancora più piacevole al tatto.

Del resto, Ponti era un uomo dai mille talenti e non sorprende che il volume in questione sia anche uno splendido oggetto di design.

cctm.website

Gio Ponti (Italia) frammento da Amate l’ Architettura, ed. Vitali e Ghianda, 1957

 
 

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Filippo Strumia
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Sono un piccolo verme nascosto dentro la foglia di Sono un piccolo verme
nascosto dentro la foglia
di un albero che non dà più frutti
mi nascondo, nuda
(a volte senza vergogna)
in questo verde
che gemita parole confuse
ancora troppo acerbe.
Patrizia Baglione
foto Michael Färber Photography
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[…] e al contrario dei gatti, in natura i poeti […]
e al contrario dei gatti,
in natura i poeti non esistono.
da “I Gatti” di Dario Bellezza
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L’arte non ha epoca. E’ l’emozione che dorme L’arte non ha epoca.
E’ l’emozione che dorme
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Antonio Aschiarolo 
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Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei, e Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei,
e io le ho creduto, perché diventava
più pesante e più leggera a volontà
simile agli uccelli in volo.
Correvamo verso l'alto sulle scale di cemento
e lei sollevava dal mio abbraccio
due occhi splendenti, argentei,
verso un cielo inventato proprio allora.
Il suo sguardo fondeva i muri,
feriva le mie guance da cui
erompeva il sangue verso il passato
senza dolore, a fiotti.
Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei.
Correvamo verso l'alto. La scala di cemento
era terminata da un pezzo. Ed anche l'edificio.
Avevamo superato anche il futuro. Le parole
erano rimaste indietro. E forse nemmeno noi
esistevamo più.
Nichita Stănescu
dipinto Winslow Homer - Moonlight (1874)
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È stata ieri l’ultima domenica del mese; tu no È stata ieri l’ultima domenica 
del mese; tu non c’eri; luna quasi 
piena. Sott’acqua il suono di un’armonica – 
e il sangue gorgogliava dentro i vasi 
di un giardino in prossimità del mare. 
Gabriele Galloni 
Illustrazione: Jiwoon Pak
#gabrielegalloni #poesia #cctmfb #linkbio #anoipiaceleggere #leggere #domenica
*Sono passato dalla stazione. Forse volevo partire *Sono passato dalla stazione. Forse volevo partire.
O sognare che arrivasse qualcuno.*
Stefano Benni
#stefanobenni #partire #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Entro in questo amore come in una cattedrale … h Entro in questo amore come in una cattedrale … https://cctm.website/maria-luisa-spaziani-poesia
#marialuisaspaziani #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia #amore
Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm. Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm.website/alda-merini-rancore
#aldamerini #rancore #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né utopia, ma solo giustizia.

Miguel de Cervantes, da Don Chisciotte della Mancia
#donchisciotte #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #utopia
A volte penso di essere un sogno
che qualcuno si è dimenticato di fare, il sogno
nel cassetto aperto nel momento
sbagliato, il dormiveglia di una dalia d’inverno
che lascia i suoi petali alla brina che l’uccide
grata di conservare intatto il suo cuore,
il cuore del cuore per la primavera alle porte:
àprile tu, o tu, o tu, aprimi tu, o tu, o tu… Tu? … 
Aldo Busi 

Da “L’amore trasparente”
foto Mirjam Appelhof
#aldobusi #poesia #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #amore
Ho provato a spiegare ai miei alunni cos’è la c Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia.
Quando nessuno tossisce mentre parli
vuol dire che probabilmente ti sta ascoltando.
Anche se ciò che dici non interessa o non lo capisce.
Ho provato per loro un senso di gratitudine,
perché il tempo è passato più in fretta.
Ho cercato di fare capire loro
che la poesia deve essere così com’è
come l’albero che è secco e poi fa frutti
che scriverla o leggerla sono la stessa cosa
insomma uno si prova in un modo o nell’altro
a tracciare una retta di luce
tra due intercambiabili mucchi di escrementi
La poesia è respirare
si prende l’aria da fuori e fuori la si butta
ossido di carbonio più anidride carbonica
Ho detto loro che pochi sanno che cos’è una poesia
pochi sanno cos’è un poeta e tutti sono convinti
che il posto migliore per un libro è la biblioteca
e tutti dei poeti farebbero a meno
Ho cercato di convincerli che i poeti esistono
proprio perché troppi ne farebbero a meno
che “sprint finale”* non  farà mai capire loro
perché leopardi s’è messo a parlare alla luna
come un pecoraro delle nostre parti
e perché la gloria di colui che tutto move
ha poco da spartire con la stupidità
di chi ne parla senza muovere nulla
Ho cercato anche di spiegare
che se dante passasse da queste parti
ci sarebbe di sicuro un prete un politico
uno come voi o noi
che direbbe di lui che è uno poco raccomandabile
cui un padre non affiderebbe il figlio
perché impari ciò che va imparato
per divenir famoso
Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia
Poi uno mi ha chiesto come avessi i capelli a vent’anni
Ho risposto. Lunghi. E poi mi ha chiesto se rifarei
le cose che ho fatto. E se sono felice. E se …..
Ma è suonata la campanella e non ho avuto il tempo di dirgli
che non so rispondergli.
 
Emilio Piccolo, Acerra 13 5 1951 – 23 7 2012
da “Beatrice. My heart is full of troubles”
 
*Una specie di Bignami per gli esami finali di maturità

foto Robert Doisneau
È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quand È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quando sarai triste perché ti senti lontana da tutti, o perché lui non si fa sentire, pensami. Se vorresti leggere un libro e non sai a chi chiedere, pensami. Pensami la sera, quando parlavamo, e non fare niente per distrarti da me. Non farmi scivolare via come si fa con le cose brutte, o peggio, con quelle cose che sono finite per sempre. Pensami quando incontrerai qualcuno col nome uguale al mio, o quando sentirai il nome della mia città al telegiornale, pensami e non forzarti a lasciarmi fuori dalla tua testa, dalla tua vita, ti prego. Pensami se tutti i tuoi amici saranno troppo occupati, o se vedrai una strada piena di ragazzi appena usciti da scuola. Pensami quando vedrai due alberi molto vicini, ma troppo lontani per toccarsi. E pensa a noi quando vedrai le foglie dei loro rami sfiorarsi per il vento. Pensami nel giorno del mio compleanno, e non scordarti la data, è il regalo più bello. Ti chiedo solo questo. Se mai ti mancherò, non scrivermi, ma ti prego, non scacciarmi dai tuoi pensieri. Pensami. Ricordati di me, finché puoi.
Francesco Roversi
opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https: opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https://cctm.website/luigi-ontani-italia
#luigiontani #arte #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Anche l’ acqua pulita, se sta ferma in un secchi Anche l’ acqua pulita, se sta ferma in un secchio o in una conca, imputridisce … https://cctm.website/elvira-seminara-italia 
#elviraseminara #acqua #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum ist Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.
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