collettivo culturale tuttomondo Gilberto Centi (Italia)
di Gilberto Centi (Roma 1947-L’Aquila 2000)
al centro della stanza – accerchiato – preferì ancora la veglia.
dinanzi il clamore dell’oceano.
a destra il ragno.
a sinistra il muro livido di buio.
e alle spalle colpi di pistola.
_
da Il diario dell’eroe, Pendragon, 2020
_
Gilberto Centi (Roma 1947-L’Aquila 2000) è stato un poeta, performer, giornalista, agitatore culturale.
Formatosi nell’ambiente della Beat Generation italiana, è stato lungamente attivo a Bologna dal 1975 fino alla sua prematura scomparsa.
Fra la fine degli anni Settanta e la metà dei Novanta del secolo trascorso, il famigerato Novecento, Bologna era (o così appariva) una fucina di idee, di persone cui venivano in mente e ne peroravano la causa fino allo stremo.
In quello che era veramente un “bugigattolo” di via del Fossato, viuzza in pieno centro cittadino, viveva una di queste persone. Si chiamava Gilberto Centi e, come molti in quel periodo, era approdato a Bologna da altri lidi. Ma proprio qui aveva trovato ascolto in ambito culturale.
Centi era molte cose. Era un poeta legato al periodo della beat generation, così come a un cotè politico che scavalcava la Sinistra istituzionale. Era un giornalista culturale di grande acume, era un critico, era un operatore che della cultura aveva fatto il suo vessillo. Tutto questo aveva nel tempo quasi cancellato il suo essere poeta, il suo elaborare una scrittura che, oggi, sarebbe stata annoverata fra quelle “di ricerca” almeno per la sua parte stilistica. Una scrittura comunque anticipataria di certe forme di poesia che hanno fatto capolino a inizio del nuovo Millennio. (by Sergio Rotino)
A distanza di vent’anni dalla prematura scomparsa di Centi, Pendragon edizioni colma il vuoto riguardante proprio il lavoro poetico di questo “facitore di cultura”. Lo fa pubblicando Il diario dell’eroe, volume curato da Vincenzo Bagnoli in cui va a confluire «quello che era un progetto di lavoro rimasto in fieri». La causa è probabilmente da ricondurre a una pignoleria estrema di Centi verso quanto andava producendo, traducibile in una continua riscrittura resa necessaria per avvicinarsi passo dopo passo a quanto voleva realmente dire. Una necessità che lo ha rallentato nella pubblicazione dei suoi testi, dall’impronta fluviale e interlocutoria, ancora oggi carichi di una forte potenza espressiva. (by Sergio Rotino)