colletivo culturale tuttomondo Gabriele Romagnoli (Italia)
Cominciò un banale martedì.
Si infilò la camicia , allacciò il polsino e il bottone cadde, lasciando a perenne ricordo di sè un cippo di cotone bianco. Non sapendo cucire, cambiò camicia. Mercoledì toccò alla giacca. La indossò, la fece scivolare sulle spalle, scosse i polsi per sistemarla e un bottone dorato tintinnò sul pavimento. Era uno dei tre appesi alla manica destra, ora portatrice di una intollerabile asimmetria. Giovedì piovve e toccò allora all’ impermeabile. Si ritrovò in mano il bottone più basso. Staccato. Anche quello.
La sequenza non si arrestò.
Colpì i grossi bottoni del loden blu; quelli, a pressione e indistruttibili, dei jeans americani; gli automatici dei boxer a strisce, perfino. Il contagio si estese: saltarono i bottoni a clip delle federe dei cuscini, quelli del portachiave di pelle, delle tende a fiori in cucina. I loro scatti risuonavano come scoppiettii di popcorn nella casa vuota. “Mi si sta sbottonando la vita”, concluse, prendendo atto con amarezza di una situazione che precipitava nel vuoto di un’ asola. “Occorre qualcuno capace di ricucirmela”, decise.
Si rivolse alla vicina di casa che, scoprì, aveva mani lunghe e dita danzanti, circondate ognuna da anelli preziosi e l’ anulare, magicamente, da un ditale d’ oro. Lei infilò il cotone nell’ ago con la sicurezza di un arciere e conficcò, uno dopo l’ altro, i bottoni al loro posto, rendendoli forti di una nuova sicurezza che si propagava ad abiti, tendaggi, oggetti. Lui si trovò ristabilizzato. L’ unica cosa difficile da controllare era divenuto il suo cuore. Innamorato della vicina batteva sconvolto minacciando si sfilarsi dal suo alveo.
Lui le chiese aiuto, dichiarandole il suo amore. Lei risolse anche quel problema, infilandogli l’ ago nel petto.
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Gabriele Romagnoli
I bottoni tratto da Oggetti da smarrire, 1995
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immagine dal web
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colletivo culturale tuttomondo Gabriele Romagnoli (Italia)