collettivo culturale tuttomondo Carmelita Zappalà (Italia)
_
Ci saranno dei giorni in cui non vedrai alcun motivo per andare avanti. Va bene.
Ci saranno dei giorni in cui persino il pensiero di alzarti dal letto ti farà venire voglia di piangere. Va bene anche questo. Ci saranno dei giorni in cui non ti ricorderai nemmeno come si fa a piangere, o a sorridere, o a vivere, in cui la stanchezza ti peserà sulle palpebre e sulle ossa fino a schiacciarti. Ne avrai ogni ragione.
Ma ricordati sempre che ciò che senti non dura per sempre.
Che è tutto temporaneo. Che qualcuno, prima di te, ha provato quello che provi tu adesso, ed è sopravvissuto. Le foglie cadono ogni autunno, e soltanto perché non sei un sempreverde – soltanto perché anche tu sfiorisci, mentre altri riescono a non farlo – non vuol dire che tu sia sbagliato e che sia tutto finito. Va bene cadere. Va bene.
Quando arriveranno quei giorni, ricorda le cose per cui vale la pena andare avanti, qualsiasi piccola cosa – il prossimo film in uscita, un amico che ti invita a uscire, il libro che non hai ancora letto. Ricorda che tutto prima o poi finisce, che il sipario prima o poi deve sempre calare su tutto.
Lascialo calare sulle amicizie finite, sugli amori passati, sulla tristezza che ti stringe la gola, sulle cattiverie che ti hanno detto, sui tuoi sbagli, sui rimpianti, sulle parole che non avresti dovuto pronunciare, su tutte quelle piccole cose che ti pesano sulle spalle come macigni. Lascialo cadere su tutto, tranne che su di te. Mai su di te.
Perché non lo meriti. Perché meriti di più di un sipario chiuso, di un copione finito in tragedia. Perché meriti di stare bene, e ti prometto, ti prometto che succederà e sarai felice di non aver deciso di lasciarti andare. Ti prometto che un giorno ti sveglierai e andrà tutto bene. Fino ad allora, tieni duro. Alzati dal letto quando sembra impossibile. Esci quando vorresti rinchiuderti dentro. Apprezza le cose belle quando vorresti solo piangere.
È una bella vita, in fin dei conti, te lo giuro.
È una bella vita.
E tu la meriti.
Carmelita Zappalà
_
dipinto Wenzel Ulrik Tornoe
Carmelita Zappalà nasce a Catania l’8 Agosto del 1994.
Frequenta una classe di Linguistico Sperimentale Brocca nel liceo scientifico del suo paese, nel catanese, e dopo essersi diplomata nel giugno del 2013 si trasferisce a Londra per studiare Giornalismo.
Comincia a scrivere all’età di dodici anni, lei dice perché la scrittura “era il suo piano b,” la sua via di fuga dalla realtà. Comincia scrivendo fan-fiction, e passando solo successivamente ai suoi primi tentativi di racconti originali, tutti rimasti incompleti.
Il primo racconto di cui si definisce “fiera” è “La notte è in fiamme”, scritto a diciassette anni per un concorso scolastico. Ha partecipato al Premio Campiello con “Corpi di carta”, scritto nei primi giorni del 2014, con cui è arrivata tra i finalisti del concorso.
a noi piace leggere