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Gabriel García Márquez (Colombia)

30/12/2019 By carlaita

centro cultural tina modotti caracas Hugo, un ladro che ruba solo nei fine settimana

Hugo, un ladro che ruba solo nei fine settimana, entra in una casa un sabato notte.

Ana, la padrona, una bella trentenne insonne incallita, lo coglie in flagrante. Minacciata con la pistola, la donna gli consegna tutti i gioielli e le cose di valore, e gli chiede di non avvicinarsi a Pauli, la figlia di tre anni. Ma la bambina vede l’uomo, che la conquista con alcuni giochi di magia. Hugo pensa: “Perché andarsene così presto, se qui si sta tanto bene?” Potrebbe restare tutto il fine settimana e godersi pienamente la situazione, dato che il marito – lo sa perché li ha spiati – non tornerà dal suo viaggio d’affari che domenica notte. Il ladro non ci pensa molto: assume il ruolo di padrone di casa e chiede ad Ana di cucinare per lui, di prendere il vino dalla cantina e di mettere su un po’ di musica per la cena, perché senza musica non può vivere.

Ana, preoccupata per Pauli, mentre prepara la cena pensa a qualche maniera per allontanare il tipo da casa sua. Ma non può fare molto perché Hugo ha tagliato i fili del telefono, la casa è molto isolata, è notte e non arriverà nessuno. Ana decide di mettere una pastiglia di sonnifero nel bicchiere di Hugo. Durante la cena, il ladro, che durante la settimana fa la guardia in una banca, scopre che Ana è la conduttrice del suo programma radiofonico preferito, il programma di musica popolare che sente tutte le notti, immancabilmente. Hugo è un suo grande ammiratore e, mentre ascoltano una cassetta del grande Benny Moré che canta Còmo fue , parlano di musica e di musicisti. Ana si pente di avergli dato il sonnifero poiché Hugo si comporta tranquillamente e non ha intenzione né di farle del male né di violentarla, ma ormai è tardi: il sonnifero è già nel bicchiere e il ladro se lo beve tutto, contento. Tuttavia c’è stato uno sbaglio, e chi ha bevuto il bicchiere con la pastiglia è stata lei. In un batter d’occhio Anna si addormenta.
La mattina seguente Ana si sveglia completamente vestita e avvolta in una coperta, nella sua camera da letto. Hugo e Pauli, che hanno già terminato di fare colazione, giocano in giardino. Anna rimane sorpresa vedendoli andare così d’accordo. Inoltre, le piace molto come cucina questo ladro che, in fin dei conti, è abbastanza attraente. Ana comincia a sentire una strana felicità.

In quel momento, passa un’amica per invitarla a correre. Hugo si innervosisce ma Ana inventa che la bambina è malata e la congeda su due piedi. Così i tre se ne restano insieme a casa, a godersi la domenica. Hugo ripara le finestre e il telefono che aveva rotto la notte precedente e intanto fischietta. Ana viene a sapere che lui balla il danzòn molto bene, un ballo che le piace molto ma che non può mai ballare con nessuno. Lui le propone di ballare un pezzo, e stanno così bene insieme che ballano fino a sera iniziata. Pauli li osserva, applaude e, infine, si addormenta. Stanchi morti, si abbandonano su una poltrona del salotto.

A quel punto erano ormai nel pallone, poiché era l’ora in cui marito tornava. Nonostante le resistenze di Ana, Hugo le restituisce quasi tutto ciò che aveva rubato, le dà alcuni consigli per evitare che entrino i ladri in casa, e si congeda dalle due donne con non poca tristezza. Ana lo guarda allontanarsi. Hugo sta per scomparire quando lei lo chiama a gran voce. Quando ritorna gli dice, guardandolo fisso negli occhi, che il prossimo fine settimana suo marito partirà di nuovo per un viaggio. Il ladro del sabato se ne va felice, ballando per le strade del quartiere, mentre si fa notte.
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Hugo, un ladrón que sólo roba los fines de semana, entra en una casa un sábado por la noche.

Ana, la dueña, una treintañera guapa e insomne empedernida, lo descubre in fraganti. Amenazada con la pistola, la mujer le entrega todas las joyas y cosas de valor, y le pide que no se acerque a Pauli, su niña de tres años. Sin embargo, la niña lo ve, y él la conquista con algunos trucos de magia. Hugo piensa: «¿Por qué irse tan pronto, si se está tan bien aquí?» Podría quedarse todo el fin de semana y gozar plenamente la situación, pues el marido -lo sabe porque los ha espiado- no regresa de su viaje de negocios hasta el domingo en la noche. El ladrón no lo piensa mucho: se pone los pantalones del señor de la casa y le pide a Ana que cocine para él, que saque el vino de la cava y que ponga algo de música para cenar, porque sin música no puede vivir.

A Ana, preocupada por Pauli, mientras prepara la cena se le ocurre algo para sacar al tipo de su casa. Pero no puede hacer gran cosa porque Hugo cortó los cables del teléfono, la casa está muy alejada, es de noche y nadie va a llegar. Ana decide poner una pastilla para dormir en la copa de Hugo. Durante la cena, el ladrón, que entre semana es velador de un banco, descubre que Ana es la conductora de su programa favorito de radio, el programa de música popular que oye todas las noches, sin falta. Hugo es su gran admirador y. mientras escuchan al gran Benny Moré cantando Cómo fue en un casete, hablan sobre música y músicos. Ana se arrepiente de dormirlo pues Hugo se comporta tranquilamente y no tiene intenciones de lastimarla ni violentarla, pero ya es tarde porque el somnífero ya está en la copa y el ladrón la bebe toda muy contento. Sin embargo, ha habido una equivocación, y quien ha tomado la copa con la pastilla es ella. Ana se queda dormida en un dos por tres.
A la mañana siguiente Ana despierta completamente vestida y muy bien tapada con una cobija, en su recámara. En el jardín, Hugo y Pauli juegan, ya que han terminado de hacer el desayuno. Ana se sorprende de lo bien que se llevan. Además, le encanta cómo cocina ese ladrón que, a fin de cuentas, es bastante atractivo. Ana empieza a sentir una extraña felicidad.

En esos momentos una amiga pasa para invitarla a correr. Hugo se pone nervioso pero Ana inventa que la niña está enferma y la despide de inmediato. Así los tres se quedan juntitos en casa a disfrutar del domingo. Hugo repara las ventanas y el teléfono que descompuso la noche anterior, mientras silba. Ana se entera de que él baila muy bien el danzón, baile que a ella le encanta pero que nunca puede practicar con nadie. Él le propone que bailen una pieza y se acoplan de tal manera que bailan hasta ya entrada la tarde. Pauli los observa, aplaude y, finalmente se queda dormida. Rendidos, terminan tirados en un sillón de la sala.

Para entonces ya se les fue el santo al cielo, pues es hora de que el marido regrese. Aunque Ana se resiste, Hugo le devuelve casi todo lo que había robado, le da algunos consejos para que no se metan en su casa los ladrones, y se despide de las dos mujeres con no poca tristeza. Ana lo mira alejarse. Hugo está por desaparecer y ella lo llama a voces. Cuando regresa le dice, mirándole muy fijo a los ojos, que el próximo fin de semana su esposo va a volver a salir de viaje. El ladrón de sábado se va feliz, bailando por las calles del barrio, mientras anochece.

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Gabriel García Márquez

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Traduzione di Laura Ferruta

illustrazione Pascal Champion

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Essere una persona sensibile vuol dire percepire u Essere una persona sensibile vuol dire percepire un tono di voce distante durante una telefonata, riconoscere l’ansia, la paura e la tristezza nella faccia degli altri. 
Essere sensibile vuol dire fare caso a tutto, e con “tutto” intendo veramente qualsiasi cosa: un colore diverso del cielo, un sorriso più sentito, una parola colorata in mezzo a tante parole anonime. 
Essere sensibili vuol dire vivere dieci, cento, mille vite ogni giorno. 
Quando sei sensibile non puoi fregartene, farti gli affari tuoi, lasciar perdere.

Susanna Casciani

foto Claire Luxton
Le interviste impossibili Alberto Arbasino incontr Le interviste impossibili Alberto Arbasino incontra Oscar Wilde … https://cctm.website/le-interviste-impossibili-alberto-arbasino-incontra-oscar-wilde
#oscarwilde #albertoarbasino #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
… https://cctm.website/ricordare-tutto Brian Fri … https://cctm.website/ricordare-tutto
Brian Friel

da Traduzioni e altri drammi, traduzione di it. di Carla De Petris, Bulzoni, 1996
#brianfriel #ricordare #cctmfb #cctmwebsite #anoipiaceleggere #linkinbio #leggere #teatro
Il camaleonte esibizionista (Chameleon narcissus) Il camaleonte esibizionista
(Chameleon narcissus)

È noto che i camaleonti sono abilissimi a mimetizzarsi, cioè a nascondersi prendendo lo stesso colore del fogliame o della terra su cui si trovano. Solo il camaleonte esibizionista, o narcisoleonte, si comporta diversamente. Se si trova su una foglia verde, diventa bianco a pallini rossi, se si trova su un muro bianco diventa di tutti i colori e brilla come un albero di Natale. Fa insomma di tutto per farsi notare. Chissà se fatica di più lui o gli altri camaleonti?
Stefano Benni
[da Stranalandia]
La mente è una sola. La sua creatività va coltiv La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. Le fiabe (ascoltate o inventate) non sono «tutto» quel che serve al bambino. Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta che una delle direzioni in cui egli può espandersi. Ma «tout se tient», come dicono i francesi.
L’immaginazione del bambino, stimolata a inventare parole, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza che sfideranno il suo intervento creativo. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il testro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la oro immaginazione. 
Gianni Rodari

foto Robert Doisneau
Quanto a me ho le braccia a pezzi a furia di affer Quanto a me
ho le braccia a pezzi
a furia di afferrare nuvole...
Charles Baudelaire

illustrazione Fiorentina Amon 
#baudelaire
Mi chiedo tante cose stasera se i capelli riconos Mi chiedo tante cose stasera 
se i capelli riconoscono l'amore 
se l'amore sa invecchiare 
se i vecchi dimenticano il male 
se il bene attecchisce per talea
se è lecito abusare del presente indicativo 
se la pioggia farà fiorire la passiflora
se qualcuno pensa a me annusando l'aria 
se somiglio all'agave o all'anthurium, 
se mal sopporto la luce diretta 
o se cresco a dispetto di tutto. 
Mi chiedo chi voglio essere, a cosa voglio somigliare e penso all'uva spina, alle ginestre, alle sedie impagliate, all'odore delle chiese, alle rose selvatiche, ai soffioni, ai fili d'erba, al fumo dei camini, alle cose che passano.
Doris Bellomusto

Illustrazione Tonja Sell
Rape Poem di Marge Piercy - frammento Non c’è Rape Poem di Marge Piercy - frammento 

Non c’è differenza tra l’essere stuprata
e scaraventata giù da una rampa di scale
tranne che le ferite sanguinano anche dentro.
 
Non c’è differenza tra l’essere stuprata
ed essere investita da un camion
tranne che dopo gli uomini ti chiedono se ti è piaciuto.

Non c’è differenza tra l’essere stuprata
ed essere morsa da un serpente a sonagli
se non che la gente domanda se la tua gonna era corta
e perché tu comunque eri fuori.
 
Non c’è differenza tra l’essere stuprata
e andare a sbattere dritta contro il parabrezza
tranne il fatto che dopo tu non hai paura delle auto
ma di metà del genere umano.

(There is no difference between being raped
and being pushed down a flight of cement steps
except that the wounds also bleed inside.

There is no difference between being raped
and being run over by a truck
except that afterward men ask if you enjoyed it.

There is no difference between being raped
and being bit on the ankle by a rattlesnake
except that people ask if your skirt was short
and why you were out alone anyhow.

There is no difference between being raped
and going head first through a windshield
except that afterward you are afraid
not of cars
but half the human race)

foto: Daido Moriyama
La gente non è cattiva, mia cara. È idiota, il c La gente non è cattiva, mia cara. È idiota, il che è ben diverso. La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L’idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all’istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione. Si sente orgoglioso in quanto può rompere le palle, con licenza parlando, a tutti coloro che considera diversi, per il colore della pelle, perché hanno altre opinioni, perché parlano un’altra lingua, perché non sono nati nel suo paese o perché non approva il loro modo di divertirsi. Nel mondo c’è bisogno di più gente cattiva e di meno rimbambiti.

Carlos Ruiz Zafón 

foto Guy Bordin
Ci sono vari modi per prendersi cura di una person Ci sono vari modi per prendersi cura di una persona … https://cctm.website/paola-felice-italia-2
#paolafelice #poesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #amore #cuorespezzato
Qui si sogna di Txema Anguera (Barcellona, 1960)… https://cctm.website/txema-anguera-spagna
#txemaanguera #sogni #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia
Io mi do l’opportunità di ricominciare da capo. Io mi do l’opportunità di ricominciare da capo.
Io mi do l’opportunità di guardarmi gentilmente e apprezzarmi per quella che sono.
Io mi do l’opportunità di circondarmi di persone che mi apprezzano e che valorizzano la mia vita.
Io mi dono il tempo per cambiare ciò che è bene che cambi, per chiedere aiuto se ho bisogno, per mostrarmi come sono, invece che adattarmi alla visione degli altri.
Io mi dono la possibilità di fare quello che non credo di saper fare, perchè non ho ancora la visione di ciò che posso o non posso fare.
Io mi do l’opportunità di fare errori, ma anche di accettare il successo con semplicità e gratitudine.
Io mi do la possibilità di dire le parole semplici che sono però importanti nella mia vita: “No”, “Sì”, “NOn voglio”, “Non posso”, “Ho bisogno”.
Io mi do l’opportunità di conoscere me stessa, poichè sono nata con me e morirò con me: se io non sono mia amica, mi sentirò sempre sola.
E come faccio a sentirmi sola se una parte del Tutto abita in me?
Per questo sono nata: perchè non basta nascere per essere, io mi do l’opportunità di rinascere.

Virginia Gawel
foto Pierre Cherix
Che poi arrivi per tutti il giorno della resa non Che poi arrivi per tutti
il giorno della resa 
non è poi così importante.
Il petalo, quando cade a terra,
non fa rumore.
Ne raccoglie le bianche memorie
il passo del viandante 
o il poeta, se sa tacere.
Che poi arrivi per tutti 
il giorno della resa
non è poi così importante,
se una palla rotola
tra piedi bambini
e un padre sorride
al suo novello Maradona.
Vivere è dirsi
a ogni respiro che,
se il momento della resa 
non arriva per tutti,
non è poi così importante,
e guardare quel cigno
rifarsi le piume tra acque
poco limpide,
e camminare poi lenti
tra urla sgraziate
e descrizioni d'un mondo
che non sanno cogliere 
la poesia del limite.
Che poi arrivi per tutti
l'attimo della resa
non è così importante. 
L'assiolo ha un canto
d'un tono solo
ma nessuno resiste 
al suo richiamo
dal mondo dell'Altrove.
Lo sguardo del viandante,
come quello dell'amore,
è sempre strabico
e il dire del poeta inciampa
se non si accontenta
della propria resa
e attende che il mondo
assorba la sua sorte.
Che arrivi per tutti
il momento di tacere
non è poi così importante.
Tace la luna
sopra il brusio del mio quartiere
e le movidas folli 
d'una umanità che rifiuta
maschere e mascherine.
Mi accendo una sigaretta in terrazzo
mi arrendo e questo
sì, è molto importante.

Sergio Daniele Donati 

illustrazione Pascal Campion
“Potessero le mie mani sfogliare la luna” di F “Potessero le mie mani sfogliare la luna” di Federico García Lorca

Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T’amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

illustrazione Marta Ponce 

#federicogarcialorca
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti. La po La poesia non cerca seguaci, 
cerca amanti.

La poesía no quiere adeptos, quiere amantes

Federico García Lorca
Non solo di pane vive l’uomo. Io, se avessi fame Non solo di pane vive l’uomo. Io, se avessi fame e fossi senza forze per la strada, non chiederei un pane; ma chiederei mezzo pane e un libro. Ed io attacco da qui violentemente quanti parlano soltanto di rivendicazioni economiche senza nominare mai le rivendicazioni culturali che è poi quel che richiedono gridando i cittadini. È un bene che tutti gli uomini mangino, ma pure che tutti gli uomini sappiano. Che godano di tutti i frutti dello spirito umano, perché il contrario è trasformarli in macchine al servizio dello Stato, è trasformarli in schiavi di una terribile organizzazione sociale.

Federico García Lorca

Frammento da Mezzo pane e un libro
dal discorso di Federico García Lorca
ai cittadini di Fuente Vaqueros (Granada)
Settembre 1931
e ho provato una grande dolcezza Come quando si gu e ho provato una grande dolcezza
Come quando si guarda il mare
e ti ricordi  che qualcuno a scuola ti ha detto
quand’eri bambino  che un giorno
siamo stati tutti pesci.
Rossi, viola, blu.
Capaci solo di nuotare,
di esistere nuotando.
 
 
Luther Blissett, eteronimo di Emilio Piccolo

foto Paul Huf Netherlands, 1953
La Coppa Barovier è un capolavoro dell’arte vet La Coppa Barovier è un capolavoro dell’arte vetraia del Rinascimento … https://cctm.website/angelo-barovier
#barovier #muve #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #capolavoro #venezia
Non posso dire “adesso” … https://cctm.websi Non posso dire “adesso” … https://cctm.website/filippo-strumia-adesso
Filippo Strumia
#filippostrumia #poesia #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #adesso #nostalgia
Sono un piccolo verme nascosto dentro la foglia di Sono un piccolo verme
nascosto dentro la foglia
di un albero che non dà più frutti
mi nascondo, nuda
(a volte senza vergogna)
in questo verde
che gemita parole confuse
ancora troppo acerbe.
Patrizia Baglione
foto Michael Färber Photography
#patriziaboglione #poesia #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
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