collettivo culturale tuttomondo

a noi piace leggere

  • chi siamo
  • più letti
  • contatti
  • Privacy Policy
Ti trovi qui: Home / donne / Frida Kahlo e Olga Campos

Frida Kahlo e Olga Campos

09/06/2020 By carlaita

centro cultural tina modotti Frida Kahlo e Olga Campos

Il mio ricordo di Frida di Olga Campos

_
frida kahlo olga campos donne cctm a noi piace leggere
_
Ho incontrato Frida Kahlo per la prima volta l’8 Dicembre del 1947 in occasione della festa di compleanno di suo marito.

Ricordo i dettagli di quel giorno come fosse ieri, nonostante siano passati quarantaquattro anni. Ero andata ad una corrida con Jaime Barrios, un amico rifugiato del Guatemala. Mi chiese se più tardi volessi andare a casa di Diego Rivera; c’era una open house a Coyoacàn. Risposi immediatamente di sì. Avevo una gran voglia di conoscere il rinomato artista e sua moglie, la famosa pittrice Frida Kahlo. La loro arte, le loro idee politiche, la loro posizione nel milieu culturale messicano e le scandalose dichiarazione di Diego Rivera sul fatto che avesse mangiato carne umana e l’avesse trovata gustosa, li aveva resi leggendari.

Sembrava che il mondo intero parlasse di loro.

Guidammo verso sud e quando svoltammo a sinistra nel Viveros de Coyocan, incontrammo Lupe Rivera, sorella di Diego, che fu mia compagna di classe durante il liceo. Come noi, stava andando alla festa, così ci avviammo insieme verso la casa. Parcheggiammo dall’altro lato della strada, tentando di oltrepassare con difficoltà la barriera umana che si era creata per arrivare davanti la casa. I miei occhi erano abbagliati dallo spettacolo. Diego e Frida erano seduti come re e regina su delle equipales, sedie tradizionali in legno e cuoio, incorniciati dalla porta d’ingresso aperta. Intorno a loro vi era un gruppo di amici e di fronte ballavano i concheros, ballerini vestiti con abiti da cerimonia, ricoperti di conchiglie e indossavano grandi copricapi decorati con coloratissime piume. Si muovevano ritmicamente avanti e indietro sul suono di flauti e tamburi, offrendo omaggio a Diego che rispondeva con sorriso paterno.

Frida era bella, chiacchierava con Diego.

La sua testa, come quelle delle regine, era coronata da un nastro e da fiori che si intrecciavano con i suoi capelli raccolti. Indossava grandi orecchini dorati e una mantella di velluto decorato le copriva le spalle. Quella stessa mantella si trova oggi nel museo che era un tempo la casa dei Rivera. Il suono della musica e dei tamburi e il battito degli zapateado riempivano l’atmosfera. La fine della cerimonia fu piena di applausi e i Rivera si alzarono ad abbracciare i ballerini. La folla sulla strada cominciò a disperdersi e Diego e Frida, tenendosi per mano, si dirigevano verso l’uscita, seguiti dai ballerini e dagli altri ospiti. Era diventato buio e la via della casa era illuminata da lanterne colorate, la festa si trasferì all’esterno. Vicino la piramide c’era un tavolo decorato dove venivano serviti drink di frutta fresca, caffè e tequila. Su altri due tavoli si potevano trovare vassoi di tacos, enchiladas e tamales preparati da cuochi che indossavano abiti regionali.

Diego e Frida erano seduti sulle loro equipales sotto un albero, dove gli amici avevano formato una fila intorno a loro. Quando arrivò il nostro turno, ci accolsero calorosamente. Vicino a Frida era seduta la pittrice Alice Rahon e accanto a lei, Amelia Abascal, una giovane rifugiata spagnola che avevo conosciuto in precedenza. Mi sentii immediatamente più a mio agio, come se avessi avuto un maggior diritto a partecipare alla festa. Restai vicino ai Rivera e chiacchierai con Amelia che mi disse che lavorava come assistente di Frida. Gradualmente la gente cominciò ad andarsene e rimasero una ventina di persone.

Una donna cominciò a suonare, era Concha Michel, una cara amica dei Rivera.

Cantava vecchie canzoni messicane e qualche ballata della rivoluzione, le conosceva tutte e Frida cantò insieme a lei. Il momento di andarsene arrivò fin troppo presto, Amelia prese il mio numero di telefono e Frida mi invitò a tornare. Le promisi che l’avrei fatto, poi la baciai sul collo che mi porse. Per la prima volta notai la bontà del suo profumo: Sciapparelli. Forse lo portavano anche altre donne che conoscevo ma su di lei profumava in modo diverso.

In quel periodo studiavo psicologia all’università e lavoravo all’ospedale psichiatrico di Città del Messico. Un giorno, finito di lavorare, decisi di andare a trovare Frida e Amelia anche se mi sentivo un po’ a disagio dato che non avevo ricevuto un invito formale. Pensai a come approcciare Frida e decisi di mostrarle i disegni dei miei pazienti. Quando arrivai, suonai il campanello, mi presentai e chiesi di Amelia. Amelia e Frida stavano prendendo il sole nel patio e mi invitarono a raggiungerle. Frida indossava una lunga gonna di cotone con le frange e disegni di colori scintillanti ed una camicetta. Aveva il rossetto, i capelli con la riga in mezzo e raccolti con un nastro. Si ricordava di me, sorrise e mi porse il suo collo per baciarlo e ancora una volta sentii il suo buon profumo. Sembrava contenta che avessi mantenuto la mia promessa e mi fece molte domande su di me e sul mio lavoro. Quando le mostrai i disegni mi sembrò davvero interessata.

Mi sentii lusingata e felice.

In casa di Rivera incontrai spesso il poeta Carlos Pellicer; Guadalupe Marin, ex moglie di Diego con la quale Frida aveva una certa complicità; il fotografo Juan Guzman; l’amico d’infanzia Jesus Rios y Valles, la scrittrice Anita Brenner; l’autore Josè Revueltas e sua sorella, l’attrice Rosaura; la poetessa Pita Amor; i produttori cinematografici Lina e Arcady Boytler, la fotografa Lola Alvarez Bravo. Il poeta Salvado Novo; l’attrice Paulette Goddard; il filosofo Antonio Gomez Robledo; la pittrice di murales Aurora Reyes, il direttore d’orchestra Carlos Chàvez e ancora molti altri. Frida trattava tutti allo stesso modo, indipendentemente dal loro status economico e intellettuale, dalla loro celebrità o dalla loro bellezza.

Cristina era il braccio destro di Frida. Bassina, in carne, carina e un po’ civetta, con dei grandi occhi verde‐ blu, lavorava in modo diligente e sembrava sempre di ottimo umore. Ogni mattina arrivava a casa di Frida pronta a fare qualsiasi cosa ci fosse da fare. Aiutava Frida a vestirsi, pettinarsi e truccarsi. Frida e Cristina erano sorelle straordinariamente diverse. D’altra parte si completavano a vicenda e condividevano i loro segreti, i loro dolori e loro gioie. Cristina veniva chiamata “ La Chaparrita”( la nanerottola) ed era considerata la sorella più frivola mentre Frida era considerata la persona brillante della famiglia. Cristina era goffa, Frida delicata; una era la buona salute in persona, l’altra fu un’invalida per buona parte della sua vita.

Un altro confidente di Frida era Chucho, lei lo chiamava “Nano Chucho” e lui “Nina Frida” o “Senora”. Era un uomo forte, da ragazzo praticava la boxe. Si assicurava sempre che i desideri della “Nina” venissero realizzati. Quando Frida non riusciva a camminare, lui la portava proprio come una bambina, in bagno oppure in giardino, o fino alla sua sedia a rotelle. Nei pomeriggi le andava a comprare il gelato al cocco nella piazza di Coyocàn. Si occupava anche di trovarle il Demerol di cui Frida era dipendente a causa dei suoi dolori cronici.

Quando la casa di Frida diventò un museo, Chucho era ancora lì ad occuparsene, viveva lì con la sua famiglia, nella stessa stanza che aveva sempre occupato. Un giorno sparì e da quel momento non si seppe più nulla di lui. Per quanto ne sapessi, a quel tempo Frida non aveva relazioni sessuali con nessuno. Non parlava mai seriamente delle sue cose intime, della sua malattia o della sua pittura, le considerava cose di poche importanza.

Ma sapevo che aveva un amore segreto che adorava.

Non sapevo se fosse sempre stato platonico, ma aveva una continua corrispondenza con un rifugiato spagnolo che viveva negli Stati Uniti. Lei leggeva le lettere che arrivavano, sorrideva e baciava i fogli ma non le leggeva mai ad alta voce. Penso che le distruggesse subito dopo. Rispondeva immediatamente e mi chiedeva di imbucarle subito.

Era ampiamente risaputo che Frida avesse un’intensa vita sessuale. Era sicuramente una persona sensuale come emerge anche dai suoi i dipinti. Frida era spesso contornata più da donne che da uomini, l’omosessualità in casa Rivera era vista come qualcosa di naturale. Veniva considerata la persona e non il suo orientamento sessuale. Ad ogni modo con me non ha mai flirtato ma mi ha sempre dimostrato un grande affetto.

Per un lungo periodo Frida soffrì di cancrena al piede sinistro, dopo l’amputazione i dolori erano insopportabili.

Frida ed io passammo molto tempo insieme durante il periodo di malattia. Mi chiedeva di farle la spesa e le portavo spesso i dolci messicani. Quando si sentiva meglio le compravo delle bambole con cui lei giocava. Era come se si trasformasse in una bambina e subito dopo voleva cambiare la disposizione dell’intera casa. Non ho mai dubitato dell’affetto genuino che aveva nei miei confronti, anche se può darsi che a volte mi avesse manipolata ed usata, come faceva con molti altri. Anche se l’avesse effettivamente fatto, non me ne importa.

Mi ha aperto un mondo di bellezza, forza e amore per la natura e per le persone. L’aspetto infantile della personalità di Frida mi faceva tenerezza. I giochi che faceva erano un modo per distrarsi dalla realtà e dalle sue sofferenze. Ad ogni modo, non ha vissuto la sua vita tentando di evitare la realtà, al contrario era molto seria e combatteva costantemente con i problemi domestici, coniugali, di salute, con le difficoltà che aveva nel dipingere o con la sua situazione economica instabile.

Una delle cose che Frida amava di più era uscire a fare dei giri in macchina.

Io ne avevo una e quando lei si sentiva bene andavamo in diverse zone della città. Altre volte, quando si sentiva particolarmente bene andavamo a fare dei pic‐nic . Il viso, il corpo e l’abbigliamento di Frida sono diventati famosi grazie agli autoritratti e alle fotografie. Poteva non avere una bella faccia ma aveva una strana e allettante bellezza. I suoi occhi erano grandi e profondi. Le sue sopracciglia avevano la forma delle ali di un uccello in volo, aveva un naso piccolo e le sue labbra erano sensuali. Aveva un talento naturale per il trucco. Il suo rossetto e il suo smalto erano sempre di colori forti. Era sempre ben vestita e ben truccata anche se non aspettava ospiti. Di solito portava la riga in mezzo e raccoglieva i suoi capelli con dei nastri. Sapeva trasformare se stessa in una donna sensuale, irresistibile e unica.

Indossava molti gioielli, portava sempre anelli e orecchini in argento. I suoi vestiti erano sempre solari, e quando faceva fresco si copriva con delle mantelline. Per le occasioni speciali vestiva abiti di lusso, fantastiche gonne e huipil. Tempo dopo mi trasferii ad Acapulco ma rimasi sempre in stretto contatto telefonico con Frida. Nel 1954 la chiamai per farle gli auguri di compleanno, mi sembrò stanca, le dissi che sarei andata presto a Città del Messico a trovarla, mi rispose che mi aspettava e mi chiese di portarle delle conchiglie per sentire il rumore del mare.

Quella fu l’ultima volta che sentii la sua voce.

Arrivai a Città del Messico il 12 di luglio e il giorno successivo chiamai a casa e mia madre mi disse “vai a Coyoacàn, hanno appena telefonato per comunicare che Frida è morta”. Scossa dalla notizia mi avviai subito, fuori c’erano molto macchine parcheggiate. Quando entrai, incontrai Diego che mi disse di seguirlo e mi accompagnò in una stanza. Lì, nel suo letto, giaceva Frida, vestita, truccata e pettinata come sempre, indossava il huipil. Sembrava addormentata. Senza pensarci, andai a baciarle il collo, la baciai più volte. Urlai “è viva! È viva!” presa da un momento di isteria, mi portarono in cucina dove presi un tranquillante. Non ho partecipato alla sua cremazione, non potevo credere che Frida fosse morta.

Anche se sono passati molti anni dalla sua morte, penso spesso a lei, al suo coraggio, ma soprattutto al suo modo speciale di godere delle bellezza e della vita.
_

Olga Campos

Psicologa e amica di Frida Kahlo. Il testo qui tradotto, My memory of Frida, si trova all’interno del volume Song of Herself, a cura di Salomon Grimber

_
foto : Frida Kahlo e Olga Campos

twitter miglior sito letterario miglior sito poesia ira peccato amore sofferto molto donna amore psiche cctm latino america poesia arte bellezza fotografia amore

Frida Kahlo e Olga Campos Frida Kahlo e Olga Campos

cctm.website

Frida Kahlo e Olga Campos

Frida Kahlo e Olga Campos

 
 

Archiviato in:donne, mexico Contrassegnato con: donne, Frida Kahlo, Olga Campos

Più Letti

  • Helena Caruso (Italia) collettivo culturale tuttomondo Helena Caruso (Italia)... 109 views
  • Stella Poli (Italia) cctm collettivo culturale tuttomondo Stella Poli (Itali... 79 views
  • Italo Calvino (Italia) collettivo culturale tuttomondo L’orizzonte è deserto... 75 views
  • Benvenuto Cellini (Italia) collettivo culturale tuttomondo Benvenuto Cellini (Ital... 66 views
  • Overdose due grammi di poesia collettivo culturale tuttomondo overdose due grammi di... 53 views
  • La storia di petaloso collettivo culturale tuttomondo La storia di petaloso L... 53 views

i più letti

  • La storia di petaloso
  • Benvenuto Cellini (Italia)
  • Piero Ciampi (Italia)
  • William Shakespeare da Otello
  • Eduardo Galeano Ricordare
  • Ruth Orkin (USA)
  • Lucía Rivadeneyra (México)
  • Gianni Rodari e Bruno Munari
  • Studiate per fuggire dal carcere dell’ignoranza
  • Carlo Levi (Italia)

Tag

Alda Merini Americhe Precolombiane amore argentina bacio beso brasile calendario Pirelli chile cile colombia Cuba disegnatori donne espana fotografia Francia Frida Kahlo iliade italia Italo Calvino Julio Cortázar made in italy mario benedetti messico mestieri d' arte moda musica México nicaragua nobel pablo neruda perù Philippe Jaroussky Pier Paolo Pasolini pittura poeti scrittori scultura Spagna tina modotti uruguay usa varie venezuela

Articoli recenti

  • Ruven Afanador (Colombia)
  • Erika Muscarella (Italia)
  • 11 Iliade -A. Baricco Pandaro e Enea
  • Guido Catalano I bambini non lo sanno
  • Mariangela Gualtieri Fiori

instagram

collettivoculturaletuttomondo

😳ops … 😳ops …
Come è audace il papavero che, a marzo, alza la t Come è audace
il papavero
che, a marzo,
alza la testa!
Adolescente impudente,
frettoloso di vita,
inquieta il prato
di primavera.

Angela Suppo #poesia #poesiaitalianacontemporanea #angelasuppo
Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi vi considera delle nemiche, delle rivali, degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria tutti i giorni senza neanche saperlo, contro chi vi tradisce senza volerlo, contro l’idolo donna che vi guarda seducente da una cornice di rose sfatte ogni mattina e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere, scintillanti di collane, ma prive di braccia, di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so), un’amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire, donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà di intenti, libere infine di essere noi intere, forti, sicure, donne senza paura.
Dacia Maraini #daciamaraini #donneperledonne
Siate cauti con le parole, anche con quelle miraco Siate cauti con le parole,
anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.

Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.

Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.

Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.

Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte sono cose impossibili da aggiustare.

Anne Sexton

[Siate cauti con le parole]

illustrazione digitale Catrin Welz-Stein #poesia #annesexton #annesextonpoetry #poetry #catrinwelzstein #
#23 di Lawrence Ferlinghetti Gli innamorati sotto #23 di Lawrence Ferlinghetti

Gli innamorati sotto il porticato
(prima pioggia primaverile)
Si tenevano per il cuore
Come foglie verdi bagnate
l’una all’altra appiccicate
che nemmeno in tropicale calore
Si sarebbero staccate
 

The lovers under the portico
in the first Spring rain
Held each other by the heart
Like wet green leaves
clinging together
that even in the driest weather
Would not fall apart

foto: Brassaï , Le Baiser 1933 #ferlinghetti #lawrenceferlinghetti #brassaï #amore #poesiastatunitense #poetry
Molti sono i modi per tornare a Casa: alcuni profa Molti sono i modi per tornare a Casa: alcuni profani, alcuni divini. 
Casa è un umore o un senso sostenuto che ci consente di esperire sensazioni non necessariamente assecondate nel mondo profano: meraviglia, visione, pace, libertà dalle preoccupazioni, libertà dalle richieste, libertà dal continuo ciarlare.
Tanti sono i veicoli attraverso o con i quali si può raggiungere casa: musica, arte, bosco, spuma dell'oceano, levarsi del sole, solitudine.

Per alcuni, Casa è un bosco, un deserto, un mare.
Per alcuni, Casa è la ripresa di un'antica impresa abbandonata.
Si comincia a cantare dopo aver trovato per anni ottime ragioni per non farlo.
Ci si impegna nell'apprendimento di qualcosa che un tempo si aveva amato di cuore.
Si ritrova la voce e si  scrive.
Si rileggono brani di libri o poesie che ci hanno commossi. 
Ci si sdraia per terra nella luce che filtra tra gli alberi.
Si cammina o si  guida per un'ora, senza meta, e poi si torna.
Si prende un autobus con destinazione ignota.
Si tamburella con le dita ascoltando musica.
Si saluta il sole che sorge.
S raggiunge un posto dove le luci non interferiscono con il cielo notturno.
Si prega. Si sta con un amico speciale.
Ci si siede su un ponte lasciando ciondolare le gambe.
Si tiene in braccio un bambino piccolo.
Ci si siede in un bar, accanto alla finestra, e si scrive. 
Ci si asciuga i capelli al sole.
Si aprono le mani sotto la pioggia.
Si curano le piante e ci si sporca ben bene le mani di terra.
Ci si riposa.
Ci si riappropria di un angolino del mondo.
Si mettono in atto decisioni immense o intense.
Si fanno cose che lasciano un'impronta.
Si contempla la bellezza, la grazia, la commovente fragilità degli esseri umani.
 
In verità, la Casa è olografa.
E si realizza in tutta la sua potenza anche in un solo albero, in un cactus solitario nella vetrina di un fiorista,
in una pozza d'acqua ferma, nella foglia gialla caduta sull'asfalto, nel vaso di argilla rossa in attesa di un ciuffetto di radici, in una goccia d'acqua sulla pelle.
Se vi concentrerete con gli occhi dell'anima, vedrete la casa in moltissimi posti.
 
 Clarissa Pinkola Estès 
[Donne che corrono coi lupi]

illustrazione Birgitta Lopez / Artisalma #libri
Cuore nel cuore. Respiro nel respiro. Così vicino Cuore nel cuore. Respiro nel respiro.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.
Sentivo battere il cuore impazzito delle stelle.
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.
La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.
Blaga Dimitrova

illustrazione: arte digitale Christian  Schole #poesia #blagadimitrova #christianschloe #amore
Valeria Puzzovio ❤️ #illustrazioni #valeriapuz Valeria Puzzovio ❤️ #illustrazioni #valeriapuzzovio
Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.
Alda Merini 

Buon compleanno Alda ❣️
#21marzo
#aldamerini #aldamerinipoesia #poesia #alda
E già si sente l'odore vero della primavera che è quello della terra che si sgela e va in amore.

Mario Rigoni Stern Tra due guerre e altre storie, "La neve della rondine".

Illustrazione Susan Entwistle #primavera #frasi
#virginiawoolf #frasi #primavera #virginiawoolf #frasi #primavera
😏 quando dici la fortuna … #giornatamondiale 😏 quando dici la fortuna …

#giornatamondialedellapoesia
Mi adagio nel mattino di primavera. Sento nascere Mi adagio nel mattino
di primavera. Sento
nascere in me scomposte
aurore. Io non so più
se muoio o pure nasco.

Sandro Penna 

illustrazione Christian Schole
#sandropenna #poesia
… e poi arriva lei 🦋🌺🌸🦋 #benvenutapr … e poi arriva lei 🦋🌺🌸🦋 #benvenutaprimavera
Non è proibito volere la tenerezza, volersi unici Non è proibito volere la tenerezza, volersi unici per qualcuno, chiedere: “mi vuoi bene?” è come chiedere: “ci sono per te? Sono al mondo? Resti con me, a fare mondo insieme?” Che male c’è? Purtroppo abbiamo il mito dell’autonomia, dell’orgoglio, del faccio tutto da me. Io ho bisogno degli altri e questo bisogno mi fa paura, ma lo sento lo stesso. Siamo interdipendenti, come lo è la pioggia dalla terra e dalle nuvole, come gli alberi dalle radici e dal cielo, come gli animali dal bosco e dagli altri animali, come tutto fa parte di tutto. Un lavoro a maglia è l’universo e ognuno di noi è un punto: che male c’è, se chiediamo all’altro punto, di fare maglia insieme? Se non lo facessimo, al nostro posto, ci sarebbe un  buco. 

Chandra Livia Candiani

[Incontro sulla Tenerezza] #tenerezza #chandraliviacandiani
|Dormi| Dormi: ho ordinato a Sardi i tuoi giocatt |Dormi|

Dormi: ho ordinato a Sardi i tuoi giocattoli,
i tuoi vestiti a Babilonia. Dormi, sei la figlia
di Bilitis e di un re del sol levante.

I boschi attorno sono dei palazzi
costruiti per te: te li regalo.
I pini sono le colonne,
gli alti rami le volte.

Dormi: perché non ti svegli
venderò il sole al mare. Il tuo respiro
è lieve come una colomba.

Figlia mia, carne nella mia carne,
al tuo risveglio mi dirai cosa vuoi:
il piano o la città, la montagna, la luna.

Se vuoi, persino il corteo bianco degli dei.

Pierre Louys

Illustrazione digitale Dina Carruozzo Nazzaro @AtelierD @dina_atelier_d #festadelpapà
Colui che genera un figlio non è ancora un padre, Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno.

FËDOR DOSTOEVSKIJ

I fratelli Karamazov

illustrazione Snezhana Soosh #festadelpapà
Va smacchiato, prima che assorba, come pietra sere Va smacchiato,
prima che assorba,
come pietra serena,
o una sera di gelso;

contenuto,
prima che tracimi;
ricucito,
prima che si slabbri.

Bisogna tenergli
la porta aperta;

farlo  sedere

per primo,

e su piume; cedergli
passo,
piatto,
parola.

Fare che non si sciolga,
fare che non si spenga,
fare che non si stacchi,
che non si pieghi,
che non si spezzi.

Va inamidato,
come un abito sacro,

cerimonioso, va custodito,
va assecondato,
va collocato.

Va irrorato,
perché non secchi;
va cimato,
perché rafforzi,
come un basilico
o come il geranio.

Gli va dato il braccio,
la mano,
il coraggio.

Va accompagnato,
perché non scivoli;

va dominato,
perché non scalpiti;

va maneggiato,
perché non scardini;

non va accentato
( se vuoi che sdruccioli ).

E poi va annodato,
stretto,
che non si sciolga,
va svezzato,
vestito,
va portato all'altare.

Gli va dato del Lei,
gli va dato del Noi.

Assolta come madri,
come amanti, fratelli,
ogni umana
e sovrumana,
ipotetica cura,

l'amore va afferrato
e poi lasciato
che curi.

Da " In comode rate"
Beatrice Zerbini 
Beatrice Zerbini - In comode rate - Poesie ed Eventuali
illustrazione @dina_atelier_d poesia @incomoderate.beatricezerbini #poesiaitaliana #poesiaitalianacontemporanea #amore #versi #poesia
Ma tu pensa. Alla fine anche chi ti abbandona fa q Ma tu pensa.
Alla fine anche chi ti abbandona fa qualcosa di buono per te!
Ti ricorda che sei vivo, perfino senza quell'amore lì. 
Ti toccherà perdere numerose ore di sonno, andare a ballare e sentirti morire, seguire il tuo corpo nuovamente pulsare,  mangiare troppo, mangiare troppo poco, camminare, riposare, guardare film improponibili, leggere libri di sopravvivenza, confidarti con tutti,  anche con l’aspirapolvere. 
Ti toccherà aprirti agli altri, ti toccherà toccare occhi nuovi, abbracciare gli amici ritrovati.
Ti toccherà soffrire, ti toccherà piangere e poi sorridere, ti toccherà ricominciare.
Ti toccherà anche amare di nuovo. 
Ma tu pensa. 
Quando finisce un amore, inizi tu!

Susanna Casciani

foto Anka Zhuravleva @unasuz @susannacascianifrasi @anka_zhuravleva_arts #rinascita
È in tutto somigliante al mio il viso della tua m È in tutto somigliante al mio
il viso della tua marionetta.
Ha negli occhi una triste tenebra 
a cui il sole ha confidato un segreto.
Gli trema nell’iride un’attesa
che soffia sull’ombra del fuoco.
In tutto somiglianti alle mie
le labbra della tua marionetta:
vi è sopra adagiato un canto
che riposa nel profumo della notte.
Nulla io so del mio spettacolo
come questa tua antica marionetta.
Davide Cortese

[da Tenebrezza, L’Erudita edizioni]

Illustrazione che fa da copertina alla raccolta di poesie di Davide Cortese #poesia #poesiaitaliana #davidecortese #illustrazioni
Load More Segui su Instagram

Categorie

Archivi

Privacy Policy

Meta

  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica

Questo blog (https://cctm.website/) non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge italiana n° 62 del 7.03.2001.
L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti linkati.
Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email.
Saranno immediatamente rimossi.

Copyright © 2023 · Metro Pro Theme On Genesis Framework · WordPress · Accedi