collettivo culturale tuttomondo Franca Valeri
Non ricordo che mi si sia mai prospettato un comportamento da «signorina». Ma i comportamenti a dispetto delle imposizioni si respirano.
La mamma andava qualche volta al ricevimento di nozze della figlia di un collega di papà e tornava annoiata dicendo: «Hanno avuto fortuna, perché è proprio bruttina». Il matrimonio, un buon matrimonio, era il coronamento dell’impegno assunto mettendo le figlie al mondo. Bomboniera d’argento contro regalo d’argento. La figlia della cuoca, che aveva destato qualche preoccupazione perché era non si sa come molto bella, mandava tramite la madre un piattino di porcellana contro un servizio da caffè di porcellana. Un abisso fra i viaggi di nozze: un mese tra Parigi, Vienna e Budapest contro tre giorni a Venezia. Poi, la vita. Che cosa era successo prima?
L’educazione (termine vago che comprende il mondo) era assolutamente in base alle possibilità finanziarie. Mi direte: anche adesso. No, adesso ci sono anche altri problemi per concedersi questo lusso. Perché voi avete un altro «ieri». La giovinetta respirava in tutto il suo quotidiano il timore del peccato.
Mancavano alla liberalizzazione due elementi fondamentali per l’evoluzione a venire: il divorzio e la televisione. Senza quei due bene o male uniti, e senza scene di sesso in corso, anche in cucina era facile considerare il bacio (semplice sfioramento di labbra, ben inteso) come un atto punibile da Dio. Con questa certezza, accompagnata da molta ignoranza, il matrimonio era un miraggio. Almeno l’ottanta per cento delle fanciulle ci arrivava, come dicono al Sud, «integra». Questo permetteva ai pranzi di nozze un po’ sempliciotti certi sgradevoli lazzi allusivi da parte degli uomini.
Tutto ciò è ormai impensabile.
Franca Valeri
frammento da L’ educazione delle Fanciulle di Luciana Littizzetto e Franca Valeri, Einaudi, 2011
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illustrazioni di Leandro Agostini
L’ educazione delle Fanciulle di Luciana Littizzetto e Franca Valeri