collettivo culturale tuttomondo federico garcia lorca
“Io sono uno Spagnolo integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dai miei limiti geografici; però odio chi è Spagnolo per essere Spagnolo e nient’altro, io sono fratello di tutti e trovo esecrando l’uomo che si sacrifica per un’idea nazionalista, astratta, per il solo fatto di amare la propria Patria con la benda sugli occhi. Il cinese buono lo sento più prossimo dello spagnolo malvagio. Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del mondo e fratello di tutti. Per questo non credo alla frontiera politica”
In questa ultima intervista al Sol di Madrid firma la sua condanna a morte, ma anche la più sublime dichiarazione di libertà, di quelle che solo i fini pensatori possono fare, perché le loro categorie sono superiori e irraggiungibili. In questo modo, al giornalista spiegava anche il perché aveva rifiutato le offerte di asilo di Colombia e Messico, che ben avrebbero accolto quel figlio profugo di una Spagna che stava imboccando un cammino di sangue senza ritorno.
All’alba del 19 agosto 1936 Federico Garcia Lorca venne fucilato dai miliziani fascisti di Francisco Franco. Fucilato ufficialmente perché “socialista, massone, praticava omosessualità e altre aberrazioni”. Le poesie di Garcia Lorca, il suo canto terrorizzavano Franco più delle armate internazionaliste. Il suo corpo non fu mai ritrovato, i suoi versi censurati. Ora chi l’ha fucilato è morto mentre Garcia Lorca è vivo! I suoi versi sono tornati a rutilare e nutrire in questo tempo di governi reazionari l’anima di chi resiste all’inumano, alla menzogna.
La poesia non cerca seguaci,
cerca amanti.
La poesía no quiere adeptos,
quiere amantes
Federico García Lorca
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opera: Antoni Tapiès, Recordando a Lorca, 1998
cctm cultura Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del mondo e fratello di tutti… Federico Garcia Lorca