collettivo culturale tuttomondo Emanuel Carnevali
Quand’è passato di Emanuel Carnevali (Italia, 1897 – 1942)
L ’amore… Io pensavo fosse una lunga gita in barca
su un lago tranquillo: intorno
i salici piangenti lasciavano cadere nell’acqua le chiome
e fra quelle chiome i raggi
che il sole, andandosene, aveva dimenticato,
erano di indaco-rosa-porpora-blu.
Ma ora che è passato so che era un fiume
travolgente e fragoroso, che distruggeva tutto, tutto.
Nell’anima non mi è restato che un cespuglio
che oscilla e ondeggia al vento come i capelli di una
strega,
che sibila e maledice il vento come il braccio spaventoso
di una strega:
ed è il ricordo.
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When it has passed by Emanuel Carnevali (Italia, 1897 – 1942)
Love-I thought it was a long ride in a boat
Over a quiet lake: around
The weeping willows let fall their hair
Into the water;
And amid those hairs, the rays
Which the sun had forgotten to take with him going away
Were of indigo-rose-purple-blue.
But now that it has passed I know it was a stream
That swept by roaring, destroying all, all.
In my soul, all that is left is a shrub
That sways and waves at the wind like the hair of a witch.
That whistles and curses the wind like the ghastly arm
of a witch:
The remembrance.
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da Il primo dio, a cura di Maria Pia Carnevali, Adelphi, 1978
Photo by Velizar Ivanov on Unsplash
Emanuel Carnevali nacque a Firenze il 4 dicembre 1897 e morì a Bazzano (BO) l’11 gennaio 1942.
Ebbe il destino di un poète maudit: dopo una difficile infanzia trascorsa in parte in collegio, e in parte nella nuova famiglia che il padre si era fatto a Bologna, risposandosi dopo la morte della madre di Emanuel, partì appena sedicenne per gli Stati Uniti, che dovevano diventare, il luogo simbolico della sua vita e della sua letteratura. Passò attraverso numerosi e umili mestieri, finché lo si ritrova nella cerchia degli scrittori americani di punta in quegli anni. Ezra Pound, William Carlos Williams, Sherwood Anderson, Robert McAlmon lo accolsero come uno dei loro, con ammirazione e insieme sconcerto dinanzi a questo difficile e imprendibile personaggio, e inclusero subito testi suoi nelle loro celebri antologie e riviste.
Carnevali scriveva in inglese, la sua unica lingua era quella dell’esilio imparata a orecchio, e portava così nella poesia americana un soffio selvatico, di cui fu avvertita la novità.
Nel 1922 fu colpito da encefalite e dovette tornare in Italia. Trascorse in un ospedale vicino a Bologna gli ultimi anni della sua vita, e lì ancora lo raggiungevano le lettere dei suoi amici americani. Morì nel 1942 a Bazzano, in provincia di Bologna. (di Flavio Almerighi )
Carnevali scriveva in inglese, la sua unica lingua era quella dell’esilio imparata a orecchio
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