cctm collettivo culturale tuttomondo Elisa Longo La solitudine
La solitudine di Elisa Longo (Tradate)
La solitudine s’inventa le cose:
fa spuntare uomini invisibili,
mette battiti cardiaci,
costruisce i “noi” senza fondamenta;
può farti credere che un fiammifero spento
sia il fuoco,
può farti credere
che oggi sarà l’ultimo giorno
in cui ti sentirai sola.
da Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei occhi, I Quaderni del Bardo Edizioni, 2020
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foto morteza yousefi – fair use
Elisa Longo è nata a Tradate (Va), si è laureata in lingue e letterature straniere presso l’Università Cattolica di Milano ed è specializzata in giornalismo e comunicazioni sociali.
Ha collaborato con quotidiani e periodici partendo dal settore musicale. Ha pubblicato due libri di Poesia (Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia, IQdB, 2018, tradotto in inglese nel 2019; Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei occhi, IQdB, 2020) e uno di racconti (Come se qualcuno vi vedesse nudi, IQdB, 2018).
Le sue poesie compaiono inoltre su alcune riviste letterarie. È impegnata nel sociale e per la parità di genere. Ha organizzato cicli di divulgazione di poesia e intersemiotica tra le arti sperimentando e testando i mezzi di comunicazione della nostra contemporaneità.
Lavora in editoria.
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dalla prefazione di Enrico Marià
L’angelo/demone che dice che tutto è “un richiamo d’amore”. Un cammino, una corsa irreversibile di non fine mai anche nella sua fine. Elisa Longo parla la scrittura con il tatto degli occhi chiusi. Longo parla di amore. La sfida massima. Ciò che ci rende campo di battaglia, corpi felici, creature veramente compiute, esseri eternamente monchi.
Tre sezioni per dare respiro a una raccolta armonica di coerenza e strappi. Per un cammino dolce-impervio di vette concettuali ed espressive.
La posta in gioco in ogni poesia è altissima, è vertigine consapevole della caduta e della vetta. È un guardarsi dentro come solo modo per vedere il reale fuori. Il sentire come animale guida a indicare, scavare, trovare, scoperchiare sentieri e strade. Una scrittura fisica e metafisica, carnale e spirituale di dolorose carneficine, di medicamenti e guarigioni. “L’amore solo o solitudini d’amore, l’amore presente ma che ferisce”. Da qui si parte, mollando gli ormeggi. […] Siamo dentro un viaggio iniziatico di espiatoria redenzione, di spasmi, sudore nel nome del sentimento dei sentimenti: “… Sono uscita per la sopravvivenza del branco, cerco il suo erede.” Dice il poeta che sa a cosa vuole andare incontro, cosciente che, chimera, possa non esistere.
E questa nobiltà batte il tempo di ogni verso in uno scandirsi umano e artistico. Si va dal leggero quasi etereo al “prima di incontrarsi”; dall’illusione alle attese. Sino al “disvelamento”, al capire lo sbagliato e il continuo tentare, nonostante e grazie al “mi si è rotto il mare” che apre un nuovo tutto orizzontale e verticale. L’amore-frutto che ci matura guarendoci dall’invisibile […].”
cctm collettivo culturale tuttomondo Elisa Longo La solitudine