centro cultural tina modotti Elio Pagliarani
La ragazza Carla di Elio Pagliarani (Italia)
Di là dal ponte della ferrovia
una trasversa di viale Ripamonti
c’è la casa di Carla, di sua madre, e di Angelo e Nerina.
Il ponte sta lì buono e sotto passano
treni carri vagoni frenatori e mandrie dei macelli
e sopra passa il tram, la filovia di fianco, la gente che cammina
i camion della frutta di Romagna.
Chi c’è nato vicino a questi posti
non gli passa neppure per la mente
come è utile averci un’abitudine
Le abitudini si fanno con la pelle
così tutti ce l’hanno se hanno pelle
Ma c’è il momento che l’abito non tiene
chissà che cosa insiste nel circuito
o fa contatto
o prende la tangente
allora la burrasca
periferica, di terra,
il ponte se lo copre e spazza e qualcheduno
può cascar sotto
e i film che Carla non li può soffrire
un film di Jean Gabin può dire il vero
è forse il fischio e nebbia o il disperato
stridere di ferrame o il tuo cuore sorpreso, spaventato
il cuore impreparato, per esempio, a due mani
che piombano sul petto
Solo pudore non è che la fa andare
fuggitiva nei boschi di cemento
o il contagio spinoso della mano.
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La muchacha Carla de Elio Pagliarani (Italia)
Al otro lado del puente del ferrocarril
una transversal del bulevar Ripamonti
está la casa de Carla, de su madre y de Angelo y Nerina.
El puente se queda allí bueno y abajo pasan
trenes carros vagones guardafrenos y manadas de mataderos
y arriba pasa el tranvía, el trolebús al lado, la gente que camina
los camiones de la fruta de Romaña.
A quien ha nacido cerca de estos lugares
no le pasa ni siquiera por la cabeza
como es útil tener una acostumbre
Las acostumbres se hacen con la piel
así todos la tienen si tienen piel
Pero está el momento en que el hábito no tiene
quizás que cosa insiste en el circuito
o hace contacto
o toma la tangente
entonces la borrasca
periférica, de tierra,
el puente se lo cubre y barre y alguien
puede caer abajo
y las películas que Carla no las puede aguantar
una película de Jean Gabin puede decir la verdad
es quizás el silbato y niebla o el desesperado
crujir de chatarra o tu corazón sorprendido, asustado
el corazón desprevenido, por ejemplo, para dos manos
que caen sobre el pecho
Solo pudor no es que la hace andar
fugitiva en los bosques de concreto
o el contagio espinoso de la mano.
Traduzione: Centro Cultural Tina Modotti
Foto: Elio Pagliarani
Elio Pagliarani (Viserba, 25 maggio 1927 – Roma, 8 marzo 2012) è stato un poeta e critico teatrale italiano.
Ha lavorato nel mondo editoriale ed è stato critico teatrale del quotidiano Paese sera dal 1968 al 1987.
È stato tra i principali esponenti della neoavanguardia (comparendo tra l’altro nell’antologia I novissimi del 1961), uno dei protagonisti del Gruppo ’63, all’interno della quale ha occupato tuttavia una posizione autonoma e personale.
Pagliarani è stato uno scrittore che ha saputo costantemente reinventarsi nel corso degli anni.
Da un lato una fedeltà quasi fotografica al reale, e al mondo della piccola gente, dal sottoproletariato a impiegati come La ragazza Carla, la sua opera più significativa e riconosciuta; dall’altro l’uso di una serie di procedimenti tecnico-formali tipici delle avanguardie, una capacità inusuale di giocare con la lingua e i suoi ritmi … continua a leggere su Wikipedia