cctm collettivo culturale tuttomondo David Foster Wallace
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Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi dagli altri.
Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri.
Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida.
Che è statisticamente più facile liberarsi da una dipendenza per le persone con un basso Qi che per quelle con un Qi più alto.
Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere.
Che il novantanove per cento dell’attività del pensiero consiste nel cercare di terrorizzarsi a morte.
Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura.
Che dovete accettare il fatto che il Gioco riguarda la gestione della paura.
Che se cercate di vedere voi stessi nei vostri avversari la cosa vi porterà a capire il Gioco.
Che se ad ogni palla che atterra nella vostra parte di campo, ma non siete sicuri se è dentro o fuori, voi la date buona vi renderete invulnerabili da chi usa mezzucci.
Che ci vuole un gran coraggio per mostrarsi deboli.
Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi.
Che la validità logica di un argomento non ne garantisce la verità.
Che a volte agli esseri umani basta restare seduti in un posto per provare dolore.
Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo.
Che esiste qualcosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza.
Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso.
Che è possibile che gli angeli non esistano, però ci sono persone che potrebbero essere angeli.
Che provare a ballare da sobri è tutto un altro paio di maniche.
David Foster Wallace
da Infinite Jest, Einaudi, 2006
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illustrazione: Pierpaolo Rovero
David Foster Wallace (Ithaca, 1962 – Claremont, 2008), è stato uno scrittore e saggista statunitense
Wallace si impose sulla scena letteraria con il romanzo d’esordio “La scopa del sistema”, a soli 25 anni. Ma fu con “Infinite Jest”, pubblicato nel 1996, che raggiunse la fama internazionale. Un’opera mastodontica, ricca di inventiva e di spunti di riflessione, che lo consacrò come uno dei più grandi scrittori del suo tempo.
Non solo romanziere, Wallace era anche un maestro del racconto breve e del saggio. I suoi scritti, spesso intrisi di umorismo nero e di una vena satirica, affrontavano temi come la dipendenza, la solitudine, il rapporto con la tecnologia e l’alienazione nella società moderna.
Insegnante di scrittura creativa, Wallace trasmise la sua passione e il suo talento a generazioni di aspiranti scrittori. Ma la sua vita non fu priva di ombre. Soffriva di depressione, una battaglia che lo portò al suicidio nel 2008, a soli 46 anni.
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