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Clarice Lispector (Brasile)

25/11/2018 By carlaita

cctm collettivo culturale tuttomondo Me encanta volar

Già nascosi un amore per paura di perderlo, già persi un amore per averlo nascosto. Già strinsi la mano di qualcuno per paura, già ebbi tanta paura, al punto di non sentire più la mia mano.

Già cacciai persone che amavo dalla mia vita, già mi pentii di questo. Già passai notti piangendo fino a prendere sonno, già andai a dormire così felice, al punto di non riuscire nemmeno a chiudere gli occhi. Già credetti in amori perfetti, già scoprii che non esistevano. Già amai persone che mi delusero, già delusi persone che mi amarono.

Già passai ore di fronte lo specchio tentando di scoprire chi sono, già ebbi tanta certezza di me, al punto di voler sparire. Già mentii e mi pentii dopo, già dissi la verità e mi pentii lo stesso.
Già finsi di non dare importanza alle persone che amavo, per più tardi piangere ferma nel mio angolo. Già sorrisi piangendo lacrime di tristezza, già piansi per il tanto ridere. Già credetti  alle persone per le quali non valeva la pena, già non credetti più a quelle per le quali realmente ne valeva. Già ebbi crisi di riso quando non potevo. Già ruppi piatti, bicchieri e vasi, dalla rabbia. Già sentii molta mancanza di qualcuno, ma non glie lo dissi mai.

Già gridai quando dovevo stare zitta, già stetti zitta quando dovevo gridare. Molte volte rinunciai a dire che pensavo per temermi qualcuno, altre volte dissi ciò che non pensavo per ferire gli altri. Già raccontai barzellette e per di più barzellette senza eleganza, appena per vedere un amico felice. Già inventai storie con finali felici per dare speranza a chi ne aveva bisogno. Già sognai troppo, al punto da confondere la realtà. Già ebbi paura del buio, oggi nel buio mi trovo, mi accascio, resto lì.

Già caddi innumerevoli volte pensando di non rialzarmi, già mi rialzai innumerevoli volte cercando di non cadere più. Già telefonai chi non volevo appena per non telefonare chi realmente
volevo. Già corsi dietro un’ auto, per togliere lui, che amavo. Già chiamai la mamma nel mezzo della notte svegliandomi da un incubo. Ma lei non apparve e fu un incubo ancora maggiore.
Già chiamai persone vicine amici e scoprii che non lo erano. Alcune persone non ebbi mai il bisogno di chiamarle in nessun modo e sempre furono e saranno speciali per me.

Non darmi formule certe, perchè io non mi aspetto di indovinare sempre. Non mostrarmi cosa si aspettano da me, perchè seguirò il mio cuore! Non mi facciano essere ciò che non sono, non mi invitino ad essere uguale, perchè sinceramente sono diversa! Non so amare a metà, non so vivere di bugie, non so volare con i piedi a terra. Sono sempre me stessa, ma certamente non sarò la stessa per sempre!

Mi piacciono i veleni più lenti, le bibite più amare, le droghe più potenti, le idee più insane, i pensieri più complessi, i sentimenti più forti. Ho un appetito vorace e i deliri più pazzi. Tu puoi anche buttarmi da una rupe e io ti dirò: – E allora? Io amo volare!

Clarice Lispector

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Ya escondí un amor por miedo de perderlo. Ya perdí un amor por esconderlo. Ya me aseguré en las manos de alguien por miedo. Ya he sentido tanto miedo, hasta el punto de no sentir mis manos.

Ya expulsé a personas que amaba de mi vida, ya me arrepentí por eso. Ya pasé noches llorando hasta quedarme dormida. Ya me fui a dormir tan feliz, hasta el punto de no poder cerrar los ojos. Ya creí en amores perfectos, ya descubrí que ellos no existen. Ya amé a personas que me decepcionaron, ya decepcioné a personas que me amaron.

Ya pasé horas frente al espejo tratando de descubrir quién soy. Ya tuve tanta certeza de mí, hasta el punto de querer desaparecer. Ya mentí y me arrepentí después. Ya dije la verdad y también me arrepentí. Ya fingí no dar importancia a las personas que amaba, para más tarde llorar en silencio en un rincón. Ya sonreí llorando lágrimas de tristeza, ya lloré de tanto reír. Ya creí en personas que no valían la pena, ya dejé de creer en las que realmente valían. Ya tuve ataques de risa cuando no debía. Ya rompí platos, vasos y jarrones, de rabia. Ya extrañé mucho a alguien, pero nunca se lo dije.

Ya grité cuando debía callar, ya callé cuando debía gritar. Muchas veces dejé de decir lo que pienso para agradar a unos, otras veces hablé lo que no pensaba para molestar a otros. Ya fingí ser lo que no soy para agradar a unos, ya fingí ser lo que no soy para desagradar a otros. Ya conté chistes y más chistes sin gracia, sólo para ver a un amigo feliz. Ya inventé historias con finales felices para dar esperanza a quien la necesitaba. Ya soñé de más, hasta el punto de confundir la realidad. Ya tuve miedo de lo oscuro, hoy en lo oscuro me encuentro, me agacho, me quedo ahí.

Ya me caí muchas veces pensando que no me levantaría, ya me levanté muchas veces pensando que no me caería más.Ya llamé a quien no quería sólo para no llamar a quien realmente quería. Ya corrí detrás de un carro, por llevarse lejos a quien amaba. Ya he llamado a mi madre en el medio de la noche, huyendo de una pesadilla. Pero ella no apareció y fue una pesadilla peor todavía. Ya llamé a personas cercanas de “amigos” y descubrí que no lo eran… a algunas personas nunca necesité llamarlas de ninguna manera y siempre fueron y serán especiales para mí…

No me den fórmulas ciertas, porque no espero acertar siempre. No me muestren lo que esperan de mí porque voy a seguir mi corazón! No me hagan ser lo que no soy, no me inviten a ser igual, porque sinceramente soy diferente! No sé amar por la mitad, no sé vivir de mentira, no sé volar con los pies en la tierra. Soy siempre yo misma, pero con seguridad no seré la misma para siempre!

Me gustan los venenos más lentos, las bebidas más amargas, las drogas más potentes, las ideas más insanas, los pensamientos más complejos, los sentimientos más fuertes. Tengo un apetito voraz y los delirios más locos. Pueden hasta empujarme de un risco y yo voy a decir: “Qué más da? Me encanta volar!”

Clarice Lispector

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Photo by ammar sabaa on Unsplash

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Sono un piccolo verme nascosto dentro la foglia di Sono un piccolo verme
nascosto dentro la foglia
di un albero che non dà più frutti
mi nascondo, nuda
(a volte senza vergogna)
in questo verde
che gemita parole confuse
ancora troppo acerbe.
Patrizia Baglione
foto Michael Färber Photography
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e al contrario dei gatti,
in natura i poeti non esistono.
da “I Gatti” di Dario Bellezza
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E’ l’emozione che dorme
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Antonio Aschiarolo 
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Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei, e Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei,
e io le ho creduto, perché diventava
più pesante e più leggera a volontà
simile agli uccelli in volo.
Correvamo verso l'alto sulle scale di cemento
e lei sollevava dal mio abbraccio
due occhi splendenti, argentei,
verso un cielo inventato proprio allora.
Il suo sguardo fondeva i muri,
feriva le mie guance da cui
erompeva il sangue verso il passato
senza dolore, a fiotti.
Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei.
Correvamo verso l'alto. La scala di cemento
era terminata da un pezzo. Ed anche l'edificio.
Avevamo superato anche il futuro. Le parole
erano rimaste indietro. E forse nemmeno noi
esistevamo più.
Nichita Stănescu
dipinto Winslow Homer - Moonlight (1874)
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È stata ieri l’ultima domenica del mese; tu no È stata ieri l’ultima domenica 
del mese; tu non c’eri; luna quasi 
piena. Sott’acqua il suono di un’armonica – 
e il sangue gorgogliava dentro i vasi 
di un giardino in prossimità del mare. 
Gabriele Galloni 
Illustrazione: Jiwoon Pak
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*Sono passato dalla stazione. Forse volevo partire *Sono passato dalla stazione. Forse volevo partire.
O sognare che arrivasse qualcuno.*
Stefano Benni
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Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm. Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm.website/alda-merini-rancore
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Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né utopia, ma solo giustizia.

Miguel de Cervantes, da Don Chisciotte della Mancia
#donchisciotte #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #utopia
A volte penso di essere un sogno
che qualcuno si è dimenticato di fare, il sogno
nel cassetto aperto nel momento
sbagliato, il dormiveglia di una dalia d’inverno
che lascia i suoi petali alla brina che l’uccide
grata di conservare intatto il suo cuore,
il cuore del cuore per la primavera alle porte:
àprile tu, o tu, o tu, aprimi tu, o tu, o tu… Tu? … 
Aldo Busi 

Da “L’amore trasparente”
foto Mirjam Appelhof
#aldobusi #poesia #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #amore
Ho provato a spiegare ai miei alunni cos’è la c Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia.
Quando nessuno tossisce mentre parli
vuol dire che probabilmente ti sta ascoltando.
Anche se ciò che dici non interessa o non lo capisce.
Ho provato per loro un senso di gratitudine,
perché il tempo è passato più in fretta.
Ho cercato di fare capire loro
che la poesia deve essere così com’è
come l’albero che è secco e poi fa frutti
che scriverla o leggerla sono la stessa cosa
insomma uno si prova in un modo o nell’altro
a tracciare una retta di luce
tra due intercambiabili mucchi di escrementi
La poesia è respirare
si prende l’aria da fuori e fuori la si butta
ossido di carbonio più anidride carbonica
Ho detto loro che pochi sanno che cos’è una poesia
pochi sanno cos’è un poeta e tutti sono convinti
che il posto migliore per un libro è la biblioteca
e tutti dei poeti farebbero a meno
Ho cercato di convincerli che i poeti esistono
proprio perché troppi ne farebbero a meno
che “sprint finale”* non  farà mai capire loro
perché leopardi s’è messo a parlare alla luna
come un pecoraro delle nostre parti
e perché la gloria di colui che tutto move
ha poco da spartire con la stupidità
di chi ne parla senza muovere nulla
Ho cercato anche di spiegare
che se dante passasse da queste parti
ci sarebbe di sicuro un prete un politico
uno come voi o noi
che direbbe di lui che è uno poco raccomandabile
cui un padre non affiderebbe il figlio
perché impari ciò che va imparato
per divenir famoso
Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia
Poi uno mi ha chiesto come avessi i capelli a vent’anni
Ho risposto. Lunghi. E poi mi ha chiesto se rifarei
le cose che ho fatto. E se sono felice. E se …..
Ma è suonata la campanella e non ho avuto il tempo di dirgli
che non so rispondergli.
 
Emilio Piccolo, Acerra 13 5 1951 – 23 7 2012
da “Beatrice. My heart is full of troubles”
 
*Una specie di Bignami per gli esami finali di maturità

foto Robert Doisneau
È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quand È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quando sarai triste perché ti senti lontana da tutti, o perché lui non si fa sentire, pensami. Se vorresti leggere un libro e non sai a chi chiedere, pensami. Pensami la sera, quando parlavamo, e non fare niente per distrarti da me. Non farmi scivolare via come si fa con le cose brutte, o peggio, con quelle cose che sono finite per sempre. Pensami quando incontrerai qualcuno col nome uguale al mio, o quando sentirai il nome della mia città al telegiornale, pensami e non forzarti a lasciarmi fuori dalla tua testa, dalla tua vita, ti prego. Pensami se tutti i tuoi amici saranno troppo occupati, o se vedrai una strada piena di ragazzi appena usciti da scuola. Pensami quando vedrai due alberi molto vicini, ma troppo lontani per toccarsi. E pensa a noi quando vedrai le foglie dei loro rami sfiorarsi per il vento. Pensami nel giorno del mio compleanno, e non scordarti la data, è il regalo più bello. Ti chiedo solo questo. Se mai ti mancherò, non scrivermi, ma ti prego, non scacciarmi dai tuoi pensieri. Pensami. Ricordati di me, finché puoi.
Francesco Roversi
opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https: opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https://cctm.website/luigi-ontani-italia
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Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum ist Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.
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