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Jennina Guzmàn (Venezuela)

26/11/2018 By carlaita

centro cultura tina modotti Jennina Guzmàn

Jennina Guzmàn (Caracas, 1982) es una artista plástico venezolana.

Realizó estudios en las Escuela de Arte de la Universidad Central de Venezuela (2001-2004). Se gradúa de Licenciada en Artes, con especialidad en escultura en UNEARTE con el pensum del antiguo Instituto Universitario de Estudios Superiores de Artes Plásticas Armando Reverón IUESAPAR (2013). Fue alumna y asistente de taller de la ceramista Maruja Parra, participando en el desarrollo de su manual técnico de cerámica. Su enseñanza también ha estado a cargo de Belén Parada (tecnología del color); la ceramista Andreína Franceschi (formulación química del color cerámico); Willy McKey (taller “Decir – Nombrar – Articular” en la Sala Mendoza); Erick del Búfalo (Taller Decir la imagen, becada por la Fundación Cisneros); Maruja Herrera Grupo Zatos (taller de college y técnicas experimentales). Fue técnico de taller del artista plástico Arturo Quintero.

Ha sido reconocida por la Asociación Venezolana de las Artes del Fuego, en la especialidad cerámica por el proyecto “Transeúnte: “Traveler!…sueños portátiles”, en el 37 Salón de las Artes del Fuego, Galería Universitaria Braulio Salazar (Valencia-Carabobo) y por el Instituto de las Artes y del Espacio (IARTES), por el conjunto imaginario arqueológico (2014), en el 39 Salón Nacional de Arte Aragua.

Cuenta en su haber con más de 20 exposiciones colectivas y las individuales “No para temer” (2008); “Imaginario Arqueológico (2013); “Reliquias de día de muertos” (2014); “Arqueologías del lado de acá” (2015) y la Residencia en la Macolla Brote Creativo con “Anatomía de Jen – modelos para armar-“

Propone la cerámica como un leguaje plástico actual, sin romper con su tradición para desarrollar una obra que parte de la escultura, incorporando nuevas formas de expresión, como la instalación, el ensamblaje, la fotografía digital y elementos gráficos. Parte de la metáfora de una arqueología imaginaria, aludiendo a lo antropológico y palenteológico para hablar del “Tiempo”, centro de su reflexión plástica. Busca una hibridación entre conceptual y estética de elementos de culturas ancestrales con la cultura pop, pop surrealista y lowbrow, el tatuaje, el arttoy, la ilustración contemporánea y el uso de la palabra como elemento plástico

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Imaginario arqueologico, Idolillos/Immaginario archeologico, Idoletti ,material/materiale: Ceramica

Opera plastica di Jennina Guzmàn

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Non sappiamo. Non so. Non è dato sapere con parol Non sappiamo. Non so. Non è dato sapere
con parole. Solo il corpo sa.
Sapienza di respiro. Sapienza naturale
di particelle tenute insieme
dalla circolazione. Atomi piastrine
aminoacidi tessuti vitamine proteine
una distribuzione di funzioni
svolte perfettamente. Ogni parte
una precisa mansione. E tutte insieme
dalla vetta degli occhi
sotto l’immensa volta della notte
per meccanico alzarsi della faccia
tutte le particelle insieme sobbalzano
un istante – quasi rammentando una
sgomentante felicità.

Mariangela Gualtieri

foto  Platon Yurich

#mariangelagualtieri
La solitudine s’inventa le cose: fa spuntare uom La solitudine s’inventa le cose:
fa spuntare uomini invisibili,
mette battiti cardiaci,
costruisce i “noi” senza fondamenta;
può farti credere che un fiammifero spento
sia il fuoco,
può farti credere
che oggi sarà l’ultimo giorno
in cui ti sentirai sola.
Elisa Longo 

foto @morteza_yousefi_
Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto
Italo Calvino 

dipinto Ben Aronson

#italocalvino
Eppure lei, lei, la bambina, basta che per un solo Eppure lei, lei, la bambina, basta che per un solo istante sia trascurata, si sente perduta per sempre.

Pier Paolo Pasolini a Maria Callas
[La presenza]

*

tutto si trasferì su quel vento;
il bisogno di amore
si identificò nella dolcezza inesprimibile
e nell'impotenza che dava il piacere di quel vento
la cui provenienza era ignota, e cosi la sua meta;
parve che altro non ci fosse al mondo;
non avremmo mai voluto ammettere ch'era un pretesto
la sua grazia fresca d’un fresco sconosciuto ...
Pier Paolo Pasolini 

foto: Maria Callas (2 dicembre 1923-16 settembre 1977) sul set di ''Medea'' regia di Pier Paolo Pasolini, Cappadocia Turchia 1969
L’ amore non uccide … https://cctm.website/ele L’ amore non uccide … https://cctm.website/elena-cecchettin-per-la-sorella-giulia/
#giuliacecchettin #elenacecchettin #lamorenonuccide #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #lettere
Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.
Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo … https://cctm.website/hannah-arendt-a-martin-heidegger/
#hannaharendt #martinheidegger #amore #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Una volta mi disse: vorrei un rosso rosso, come qu Una volta mi disse: vorrei un rosso rosso, come quello dei fiori o del sangue delle donne. 
Modigliani segnava la fine di una profonda eleganza a Montparnasse, ma non lo sapevamo. 

Pensavamo invece che quelle lunghe giornate di pose da Kisling, quei disegni da caffè, quei capolavori a cinque franchi, quelle baruffe, quegli abbracci sarebbero durati per sempre.

 Jean Cocteau

dipinto dettaglio dell’ opera Donna con collana 1917 Amedeo Modigliani
La donna viene educata al delirio. La istruiscono La donna viene educata al delirio. La istruiscono fin da bambina al feticismo: deve amare le pentole, venerare gli oggetti della casa, tenerli puliti, accudirli. Il focolare diventa il simbolo della matriarcalità. Neppure il femminismo è riuscito a sradicare queste simbologie. Infine ci si sente impazzire tra i feticci. I panni addosso si fanno pesanti (...).
Alda Merini

foto Elliott Erwitt
Silvia Ziche Silvia Ziche
qual è la più grande lezione che una donna dovre qual è la più grande lezione che una donna dovrebbe imparare … https://cctm.website/rupi-kaur-fin-dal-primo-giorno/
#rupikaur #lezione #donne #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia
Da questo momento vivrò senza amore. Libera dal t Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò … https://cctm.website/da-questo-momento/
#blagadimitrova #libera #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #poesia
Pioviggina un po' ma non abbastanza perché si pos Pioviggina un po'
ma non abbastanza perché si possa 
proprio chiamarla pioggia
e noi lentamente ci bagniamo
ma non abbastanza perché valga proprio 
la pena di parlarne
e un po' ci innamoriamo
ma non abbastanza perché si possa
proprio chiamarlo amore.

Henrik Nordbrandt 

illustrazione Daniel Del Orfano
Va bene non ci sono più visionari, la passione Va bene
non ci sono più visionari, 
la passione  non è più di  moda, 
e neanche l’aggettivo colorito, 
ed è ridicolo parlare delle sirene; 
il poeta è assente dalla poesia  e, nel frattempo, 
beve caffè al  sole con gli amici, 
scende da un  un taxi  al mare e la 
 metafora si assottiglia tra le onde…
 La poesia  non soffre senza 
di te; prendi un bicchiere e il  gin, 
immergi la tua innocenza, assapora 
il pomeriggio senza notizie, 
senza miti, senza passato, 
nell’amaca indolente del silenzio

Aurora Luque

illustrazione Julian Landini
🍂🍁 🍂🍁
Ti capita mai di sentirti un buco nel cuore affond Ti capita mai di sentirti
un buco nel cuore
affondarci le unghie per farlo placare
sentire il rumore di passi perduti
chiudere gli occhi andare lontano

dimmi, ti capita mai
di sorridere al vento che muove danzando
frammenti di vite sogni e ricordi 
che porta carezze che intreccia sospiri
al vento che parla parole non dette

al vento che infiamma che spegne che asciuga
mani tremanti di gocce salate
che sono le nostre, le nostre e di tutti.
Patrizia Fortunati 

Illustrazione Corinne Ko
L’umiltà non fa rumore. Camminavo con mio padre L’umiltà non fa rumore.
Camminavo con mio padre, quando all’improvviso si arrestò ad una curva e dopo un breve silenzio mi domandò: “Oltre al canto dei passeri, senti qualcos’altro?”.
Aguzzai le orecchie e dopo alcuni secondi gli risposi: “Il rumore di un carretto”.
“Giusto – mi disse –. È un carretto vuoto”.
Io gli domandai: “Come fai a sapere che si tratta di un carretto vuoto se non lo hai ancora visto?”.
Mi rispose: “E’ facile capire quando un carretto è vuoto, dal momento che quanto più è vuoto, tanto più fa rumore”.
Divenni adulto e anche oggi quando vedo una persona che parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, è invadente, si vanta delle doti che pensa di avere, è prepotente e pensa di poter fare a meno degli altri, ho l’impressione di ascoltare la voce di mio padre che dice: “Quanto più il carretto è vuoto, tanto più fa rumore”.
Bruno Ferrero
[Elogio dell’umiltà]

foto Dorothea Lange
Il più difficile non è il primo bacio, ma l’ul Il più difficile non è il primo bacio, ma l’ultimo … https://cctm.website/paul-geraldy-francia/

Paul Géraldy
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Non ci sono più
sono andata via
silenziosissima … https://cctm.website/chandra-livia-candiani-italia-2/
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L’uccello di fuoco della mia mente malata questo L’uccello di fuoco
della mia mente malata
questo passero grigio
che abita nel profondo
e col suo pigolio
sempre mi fa tremare
perché pare indifeso,
bisognoso d’amore,
qualche volta ha una voce
così tenera e nuova
che sotto il suo trionfo
detto la poesia.
Alda Merini 
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