collettivo culturale tuttomondo Chiara Lorenzetti (Italia)
Chiara Lorenzetti (kintsugi.chiaraarte.it) è una restauratrice di ceramica e artista di Kintsugi tradizionale giapponese.
Così descrive il suo lavoro:
“Ammirando le opere Kintsugi ho spesso provato l’emozione che dona la bellezza e la malinconia profonda della fragilità: cocci sparsi riuniti con lacca urushi, una resina naturale estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, il tempo lungo, spesso mesi, di attesa tra le varie fasi, la cura lenta delle stuccature, la rifinitura dei dettagli
Da restauratrice ho ricercato da subito di rispettare i canoni dell’arte Kintsugi tradizionale giapponese: utilizzo lacca urushi e polvere d’oro pura.
Eseguo restauri su opere di clienti e creo opere d’arte originali partendo da ceramiche rotte o che rompo creando linee studiate e armoniose.”
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opera: Chiara Lorenzetti, Tazza in gres giapponese, Kintsugi originale giapponese
Chiara Lorenzetti is a professional restorer, who has chosen to study, practice and divulge the art of Kintsugi in Italy.
In her workshop in Biella, Lorenzetti restores and creates pieces of art in ceramic, making the breakings precious and unique.
“Kintsugi, a serene melancholy in knowing how to appreciate what ages, breaks, the failures, the pains that life puts in our path; a serene melancholy that brings us back to love ourselves as we are, broken but intact, unique, unrepeatable and, for this reason, worthy of the gold that covers us.” Chiara Lorenzetti
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Kintsugi o kintsukuroi (letteralmente “riparare con l’oro”) è il nome di un’antica arte giapponese usata per riparare oggetti in ceramica.
La tecnica kintsugi consiste nel saldare insieme i frammenti dell’oggetto usando una mistura di lacca e oro in polvere o, più raramente, argento.
Nella tecnica tradizionale i pezzi rotti dell’oggetto in ceramica (solitamente vasellame) sono saldati con un sottile strato di lacca urushi, derivata dalla resina di un albero. Lo strato finale di lacca urushi viene poi ricoperto con oro in polvere o argento in polvere a granulometria molto fine, e in seguito brunito con una pietra d’agata.
Lo scopo delle riparazioni eseguite con questa tecnica non è quello di nascondere il danno, ma di enfatizzarlo, incorporandolo nell’estetica dell’oggetto riparato che in tal modo diventa, dal punto di vista artistico, “migliore del nuovo”.
Rispetto all’oggetto nuovo, infatti, l’oggetto riparato è più prezioso, sia per la presenza dell’oro o dell’argento, sia per la sua unicità, una volta che è passato per le mani sapienti dell’artista che ha eseguito la riparazione.
La filosofia dietro la tecnica è non nascondere la storia dell’oggetto, ma enfatizzarla tramite la riparazione. Il procedimento di solito dà luogo a un oggetto che è più bello dell’originale.