collettivo culturale tuttomondo Catherine Black Streghe
Le donne che venivano chiamate streghe non avevano nessun potere magico, in realtà.
Semplicemente riuscivano a vedere le cose meglio.
Le vedevano per quel che erano – perché erano nate con la capacità, o il dono (o, forse, la maledizione) di non avere filtri sugli occhi nè sulla mente: nessuno di quei filtri che spesso ci portiamo appresso senza nemneno rendercene conto, che ci dicono come dobbiamo vedere le cose per essere accettati, per sembrare giusti, per apparire ciò che dovremmo essere – per autoconvincerci che davvero siamo ciò che vogliamo far apparire.
Loro non ce l’avevano – perché la conseguenza, o la causa, del loro dono o maledizione era anche questa: non aver paura della solitudine, non aver bisogno di riempire il silenzio di chiacchiere vuote, voler qualcosa di diverso da un ruolo da recitare sul palcoscenico insieme a tutti.
Per questo venivano isolate.
E per questo facevano paura – come fa paura chi dice la verità: e spesso si preferisce accusarlo ed annientarlo pur di non sentirla, pur di non volerla vedere.
E per questo ancora oggi esistono le streghe – ed esiste chi le vuole bruciare.
Siamo streghe quando ci poniamo domande, quando vogliamo capire. Quando ci ribelliamo ad una regola, quando ragioniamo con la nostra testa. Quando non abbiamo paura di esplorare le nostre ombre, ammettere i nostri difetti, confessare ciò che vogliamo.
Siamo streghe – e, anche se volete continuare a bruciarci, siamo sempre qui.
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Catherine Black
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opera: Egon Schiele, Stehende Frau in Rot, 1913
Mi chiamo Catherine… No, non è vero. In realtà non mi chiamo Catherine.
Catherine “Cat” Black è il mio pseudonimo – il mio nome de plume, per dirla in termini un po’ vintage. Se vogliamo, Catherine è una maschera – ma, come molte maschere, serve per farmi riuscire ad essere me stessa, per potermi esprimere in libertà. Cat è un alter-ego, che rispecchia nel nome del mio blog: il Gatto Nero, che guarda la Luna, che sogna di notte quello che di giorno non c’è. Il Gatto Nero e la Luna sono, da sempre, simboli forti per me: simboli della mia interiorità, dell’introspezione riflessiva, di solitudini e malinconie agrodolci – e del loro cono d’ombra che rivela profondità inattese, palpiti potenti, contraddizioni intense.
Credo nel potere delle parole. Nel potere espressivo delle parole. Nel potere salvifico, terapeutico delle parole. Nel bisogno di buttare fuori delle parole, di trasformare in qualcosa di concreto, forse di bello, che nasce da un po’ di confusione, da un po’ di delusione. Ma sa ritrasformarsi – e donarsi un significato (by Catherine Black)
collettivo culturale tuttomondo Catherine Black Streghe