cctm collettivo culturale tuttomondo António Gedeão (Portogallo)
A un te che io inventai di António Gedeão (Lisbona, 1906- Lisbona, 1997)
Pensare a te è cosa delicata.
È un diluire di colore denso e pieno
e il passarlo in acquarello finissimo
con un pennello di martora.
Un pesare chicchi di nulla in bilancia minima,
un intrecciare fili di ferro cauto e attento,
un proteggere la fiamma contro il vento,
un pettinare chiome di bambini.
Un districare fili da cucito,
un correre su lana, ché nessuno senta o sappia,
un planare di gabbiano come un labbro sorridente.
Penso a te con tanta tenerezza
come se fossi vetro o velo di porcellana
che al solo pensarti ti potresti spezzare.
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da Máquina de Fogo, 1961
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traduzione: Anna Miniucchi
opera: Mark English
António Gedeão aka Rómulo Vasco da Gama de Carvalho (Lisbona, 1906- Lisbona, 1997) è stato un poeta, scienziato e insegnante portoghese.
Dopo aver frequentato il liceo a Lisbona, si è laureato in Scienze Fisiche e Naturali presso l’Università di Lisbona nel 1929. Ha lavorato come insegnante di scienze e matematica in diverse scuole superiori in Portogallo per più di trent’anni, prima di ritirarsi nel 1965.
Nel 1956, Gedeão ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, intitolata “Movimento Perpétuo”. La sua poesia spesso rifletteva i suoi interessi scientifici e filosofici e la sua esperienza nella seconda guerra mondiale.
L’incomunicabilità, la solitudine, l’assenza di qualsiasi consolazione di tipo metafisico, il senso dell’assurdità del vivere, la consapevolezza del male che è intrinseco della natura umana, sono i motivi fondamentali della sua poesia.
Fra le tante raccolte poetiche di António Gedeão, citiamo Movimento Perpétuo, 1956; Teatro do Mundo, 1458; Máquina de Fogo, 1961; Linhas de Força, 1967; Poemas Póstumos, 1984; Novos Poemas Póstumos, 1990; oltre all’opera in prosa: A poltrona e outras novelas, 1973 e ai testi teatrali: RTX 78/24, 1963 e História Breve da Lua, 1981. Sconfinata è anche la produzione saggistica dello studioso Rómulo de Carvalho.
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L’incomunicabilità, la solitudine, l’assenza di qualsiasi consolazione di tipo metafisico