collettivo culturale tuttomondo Antonia Pozzi Capodanno
Se le parole sapessero di neve
stasera, che canti –
e le stelle che non potrò mai dire…
Volti immoti s’intrecciano tra i rami
nel mio turchino nero:
osano ancora,
morti ai lumi di case lontane,
l’indistrutto sorriso dei miei anni.
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Antonia Pozzi
Capodanno, 1938
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illustrazione: Olimpia Zagnoli, Antonia Pozzi
Antonia Pozzi Capodanno
Questi versi di Antonia Pozzi sono stati composti tra il 31 dicembre e il primo gennaio del 1938, ossia nel corso dell’ultimo Capodanno (è anche il titolo della lirica) della poetessa: il primo dicembre del 1938 scelse di togliersi la vita, a soli ventisei anni, distrutta da «una disperazione mortale», schiacciata dalla «crudele oppressione che si esercita sulle nostre giovinezze sfiorite», come recita il biglietto-testamento lasciato ai genitori prima di inforcare la bicicletta per dirigersi verso Chiaravalle e lì lasciarsi morire sdraiandosi su prato gelato attiguo all’Abbazia.
Sulla sua vita e le sue liriche, e anche le sue fotografie, che hanno conosciuto molti anni di oblio per poi cominciare a destare interesse intorno agli anni Ottanta del secolo scorso e ora essere finalmente riconosciute e valutate per il grande valore che hanno, sono stati scritti numerosi saggi, biografie, romanzi, e sono state fonte di ispirazione di diversi film, mostre e reading.
Sublime per raffinatezza critica, intuizioni e scrittura resta anche la sua tesi di laurea del 1935, dedicata alla produzione letteraria di Gustave Flaubert prima di Madame Bovary.
Studiosi e psichiatri si interrogano sul male di vivere di Antonia, sulla sua «giovinezza che non trova scampo» e si domandano che cosa, o chi, avrebbe potuto salvarla.
È forse lei stessa a fornire la chiave principale della sua malinconia, che è cresciuta sempre di più negli anni fino a condurla alla decisione estrema della morte volontaria. Sempre nel biglietto ai genitori, scrive:
Ciò che mi è mancato è stato un affetto fermo, costante, fedele, che diventasse lo scopo e riempisse tutta la mia vita.
Ha amato molto, Antonia, nella sua breve esistenza, ma non è stata ricambiata come avrebbe desiderato e meritato.
Le ragioni di un suicidio restano quasi sempre insondabili ma leggendo le sue poesie, anche quelle degli anni dell’adolescenza, è evidente che era abitata da un senso di vuoto e di solitudine che nulla e nessuno hanno saputo colmare. (by Chiara Pasetti)
Antonia Pozzi Capodanno