centro cultural tina modotti ameya canovi
Come sono belle e leggere le persone dall’ego sottile, sotto pelle. Come sono belle le persone che non sono corrose dall’insicurezza, che non copiano nessuno, che non devono apparire per forza, dimostrare, elemosinare conferme. Come sono belle le persone là dove si vede l’essere non urlato ma presente nella sua verità. Come sono belle le persone libere dall’avidità di voler possedere gli altri, le cose, mai sazie.
Quelle persone le riconosci perché non fanno rumore, non ti invadono né ingombrano.
Vicino a loro ti senti a casa.
Ameya Canovi
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illustrazione: Daria Petrilli
(Monica Vistali, CARACAS) – Il Centro Cultural Tina Modotti è oggi una delle realtà più interessanti, in Sud America, fra le tante che si occupano di cultura e che, soprattutto, hanno un riferimento più o meno diretto con l’Italia. Il Centro nasce su iniziativa di Antonio Nazzaro, poliedrica figura di intellettuale, da quasi vent’anni trasferitosi nei paesi del Sud America e dell’America Centrale, dove, fra Messico e Venezuela, ha dato vita a numerosissime iniziative diventando un punto di riferimento per chi ama la poesia, l’ arte, la bellezza e la cultura.
“L’idea del Centro Cultural Tina Modotti”, ci racconta Nazzaro, “nacque durante un seminario nell’ Universitá delle Arti a Caracas nel 2008. Parlando con i miei alunni mi resi conto della necessitá di creare uno spazio che potesse dare visibilitá ai giovani artisti venezuelani e dove ci fosse la possibilitá di creare degli eventi in collaborazione con artisti italiani.
Come sono belle e leggere le persone dall’ego sottile, sotto pelle … Ameya Canovi