cctm collettivo culturale tuttomondo Alice Ceresa (Svizzera)
Occorre disegnare per incominciare una piccola città.
Una fila di facciate allineate in primo piano ognuna munita pulitamente di almeno una porta d’accesso sulla strada finestre ai vari livelli nonché qualche balcone asimmetrico nella sequenza tetti spioventi e quindi più o meno a punta a meglio figurare riparo e protezione perlomeno dal punto di vista di chi guarda con comignoli fumanti o meno a seconda si deve immaginare della stagione.
Tutte le case ora più alte e ora più basse allineate graziosamente talvolta accostate e talaltra distanziate o circondate da giardino in tale caso però ingabbiate da siepi o muretti o quantomeno inferriate e sempre provviste di cancello in genere chiuso forse a esporre più compiutamente i ghirigori.
Per esclusione così nascono le strade con incroci obbligati talora fatti a piazza questa magari al centro munibile di parco pubblico con panchine e lampioni e accessibile dai quattro lati.
Alice Ceresa
incipt di Bambine, Edizioni Casagrande, 2025

opera: Graham Oakley, 1972
Alice Ceresa (Basilea 1923 – Roma 2001) è stata una scrittrice, traduttrice e consulente letteraria svizzera.
Nata a Basilea da famiglia ticinese, Ceresa cresce tra Basilea, il Canton Ticino e Zurigo, dove lavora come giornalista e traduttrice. Dopo un tentativo universitario a Losanna, si trasferisce a Roma nel 1950, dove resterà per il resto della vita, lavorando tra l’altro come consulente letteraria per Longanesi e collaborando con la rivista “Tempo presente” diretta da Ignazio Silone.
Il suo esordio avviene nel 1943 con il racconto Gli altri, che le vale il Premio Schiller.
La notorietà arriva nel 1967 con il romanzo La figlia prodiga (Einaudi), che vince il Premio Viareggio Opera Prima. Il romanzo, definito dalla stessa autrice un “monologo”, si distingue per la sua scrittura sperimentale, che rifiuta i canoni tradizionali del romanzo, come dialoghi e descrizioni, a favore di un impianto parodisticamente filosofico e astratto. Doveva essere il primo volume di un trittico mai completato.
Nel 1979 pubblica il racconto La morte del padre.
Nel 1990 esce Bambine (Einaudi), la sua seconda opera narrativa in volume,
Postumo, nel 2007, viene pubblicato Piccolo dizionario dell’inuguaglianza femminile (Nottetempo), raccolta di voci che smascherano le insidie del linguaggio e della cultura nei confronti della donna e delle minoranze
Ceresa si distingue per l’originalità dello stile e per una scrittura che esplora la soggettività femminile, l’identità, la differenza e le dinamiche di potere insite nel linguaggio e nella società. La sua opera è spesso caratterizzata da una forte impronta sperimentale e da un punto di vista femminista, come lei stessa affermava: “l’inuguaglianza femminile è ancorata nell’intera visione del mondo”.
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