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Gino Sarfatti (Italia)

10/07/2025 By carlaita

cctm collettivo culturale tuttomondo Gino Sarfatti (Italia)
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foto: Gino Sarfatti, Lampada da tavolo Mod. 534, Table lamp Model 534, 1953

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Gino Sarfatti (Venezia, 1912 – Griante, 1985) ha ricoperto un ruolo chiave nella storia del design italiano dell’illuminazione, nella doppia veste di designer e imprenditore.

Nato a Venezia da una famiglia della grande borghesia cittadina, ex ingegnere aeronautico, Sarfatti ha approcciato il design da autodidatta, fondando nel 1939 l’azienda Arteluce e firmando in prima persona la maggior parte dei modelli a catalogo. Arteluce è una delle pochissime realtà italiane ad affrontare il tema dell’illuminazione con piglio moderno, distanziandosi dagli stili tradizionali allora in voga e inserendosi nel solco delle nuove proposte architettoniche che stavano in quegli anni rivoluzionando lo stile degli interni cittadini a firma di architetti come Gio Ponti o Emilio Lancia. Dopo essersi rifugiato in Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale per sfuggire alle persecuzioni razziali, Sarfatti nel Dopoguerra continuerà la sua incessante ricerca produttiva che concepisce la luce come un elemento teso a valorizzare al massimo gli spazi architettonici.

Oltre ad aver progettato più di 400 modelli di serie, è stato chiamato anche a curare l’illuminazione di teatri (come il Teatro Regio di Torino o il Piccolo Teatro di Milano), musei (tra cui il Museo del Castello Sforzesco) e navi da crociera.

È stato insignito di due Compassi d’Oro (1954, 1955) e della Medaglia d’Oro alla XV Triennale (1973). Nel 1973 cede Arteluce a Flos. Oggi la maggior parte delle sue creazioni sono riproposte dal brand danese Astep, fondato dal nipote Alessandro Sarfatti.

Gino Sarfatti (Venice, 1912 – Griante, 1985) played a pivotal role in the history of Italian lighting design, distinguishing himself both as a designer and an entrepreneur.

Born in Venice into a prominent upper-middle-class family, Sarfatti was originally trained as an aeronautical engineer but came to design as a self-taught innovator. In 1939, he founded Arteluce, a company through which he personally designed the majority of the models in its catalog. Arteluce was among the very few Italian firms to approach lighting with a truly modern vision, deliberately breaking away from the traditional styles then in vogue. Instead, it aligned itself with the avant-garde architectural movements that were reshaping interior aesthetics, championed by figures such as Gio Ponti and Emilio Lancia.

Forced into exile in Switzerland during World War II to escape racial persecution, Sarfatti resumed his creative and entrepreneurial activities after the war. He continued his relentless experimentation, conceiving light not merely as functional, but as a key element in enhancing and articulating architectural space.

Over the course of his career, Sarfatti designed more than 400 lighting models and was also commissioned to create lighting schemes for prestigious spaces such as theaters (including the Teatro Regio in Turin and the Piccolo Teatro in Milan), museums (notably the Museum of the Sforza Castle), and ocean liners.

He was awarded two Compasso d’Oro prizes (in 1954 and 1955), as well as the Gold Medal at the 15th Milan Triennale (1973). That same year, he sold Arteluce to Flos. Today, many of his iconic designs are reissued by the Danish brand Astep, founded by his grandson, Alessandro Sarfatti.

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