collettivo culturale tuttomondo Alessandro Mendini, Poltrona Proust, 1978
Alessandro Mendini (Milano, 1931) è un architetto, designer e artista italiano… continua a leggere su Wikipedia
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Alessandro Mendini (1931 en Milán) es un diseñador industrial y arquitecto italiano. Jugó un papel importante en el desarrollo del estilo del diseño italiano.
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Alessandro Mendini, Poltrona Proust, 1978
La storia della Poltrona Proust ha inizio, nel 1976, quando Alessandro Mendini insieme a Francesco Binfaré del centro studi Cassina pensò di realizzare per Cassina un “tessuto di Proust” andando a visitare i luoghi di Marcel Proust per trarre stimoli in proposito. L’idea era di arrivare all’immagine di una superficie, e successivamente alla forma di un oggetto, partendo per via letteraria. Questo progetto non ebbe seguito, ma l’idea rimase interessante: leggere e indagare il mondo visivo e oggettuale di Proust, pensando poi di realizzare una poltrona, una “poltrona di Proust”. Così, come altre volte aveva immaginato una “sedia di Giotto” o un “tavolo di Cezanne”, per Proust Mendini si riferiva da un lato alle sue descrizioni di luogo e di tempo, al suo infinito gioco sulla memoria, dall’altro all’ambiente pittorico dell’impressionismo, del divisionismo e del puntinismo.
Allo scopo trovò un valido ready made in una poltrona di forma settecentesca, e alcuni particolari di quadri di Signac, rappresentanti dei prati, combinati assieme come una texture che invade tutta la poltrona, nelle parti in stoffa e su quelle in legno, disfacendone la forma in una specie di nebulosa. Oltre all’idea di ottenere un pezzo di design partendo da un input improprio al normale iter progettuale, Mendini voleva anche fare un oggetto culturalmente valido partendo da un falso, perché il redesign in questione è compiuto su una poltrona kitsch, tuttora prodotta in serie “finto antica”.
Latente al progetto c’era poi un’ipotesi di lavoro più generale e vasta, affrontata in seguito con la realizzazione di “Interno di un interno” alla galleria Dilmos a Milano nel 1991 dove delle texture puntiniste sono utilizzate per ottenere oggetti, architetture e pitture pulviscolari e irreali, quasi dei miraggi energetici adatti ad ambienti meditativi e immateriali. La prima “poltrona di Proust” fu realizzata nel 1978, quale elemento fra altri nella “Sala del Secolo”, con pezzi costruiti anche da Alchimia (Palazzo dei Diamanti a Ferrara, “Incontri ravvicinati di architettura” con Andrea Branzi e Ettore Sottsass). Nello stesso anno quella sala fu portata alla Biennale di Venezia di Paolo Portoghesi. Mendini aveva acquistato il fusto nel Veneto, in un viaggio con Sandro Guerriero, e lo aveva fatto decorare a mano a pennello in colori acrilici da due giovani abili pittori, Prospero Rasulo e Pier Antonio Volpini. Questa prima poltrona venne acquistata da Cinzia Ruggeri presso Alchimia, ed ora fa parte da vari anni della collezione di Guido Antonello a Milano.
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