centro cultural tina modotti Alda Merini anima
Anima che accarezzo a sera, e sei un cane
stanco, ma un cane sempre fedele. Un cane
che balbetta un nome: padrone, padrone mio.
Non lasciarmi anima cane, non lasciarmi mai.
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Alma que acaricio por la noche, y tú eres un perro.
cansado, pero siempre un perro fiel. Un perro
que tartamudea un nombre: maestro, mi maestro.
No me dejes alma de perro, nunca me dejes.
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Alda Merini da L’anima innamorata, Frassinelli, Milano 2000
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opera: Briton Riviere, Sympathy, 1878
Traduzione: Centro Cultural Tina Modotti
Alda Merini (Milán, 21 de marzo de 1931 – ibíd. 1 de noviembre de 2009) fue una escritora y poetisa italiana.
Alda estudió en el Instituto Laura Solera Mantegazza y no consiguió matricularse en el Liceo Manzoni al no superar el examen de italiano. Durante este tiempo estudió piano, instrumento que apreciaba especialmente.
Publicó a edad muy temprana, con sólo quince años, gracias a la protección de Giacinto Spagnoletti, que fue quien descubrió su talento artístico. En 1947, Merini encuentra le prime ombre della sua mente («las primeras sombras de su mente») y es internada durante un mes en el Hospital Psiquiátrico de San Raffaele Turro (Villa Turro) de Milán. Cuando sale, Giorgio Manganelli (a quien había conocido en casa de Spagnoletti junto a Luciano Erba y a Davide Turoldo) lleva a Merini a terapia con los psicoanalistas Fornari y Cesare Musatti… (fonte Wikipedia)
Alda Merini anima che accarezzo a sera …Alma que acaricio por la noche …
Chi parla in questo libro lo fa in nome di una vocazione intima ed estrema: dare corpo all’anima in forma di parole; restituire al mondo un’essenza panica e religiosa, e a Dio la sua sostanza amorosa, fatta di vita e desiderio, di pianto ed estasi.
E lo fa senza dispensare né l’amore che rassicura né l’oblio che consola, ma attraverso la religiosità oscura e desiderante di un discorso poetico che con cadenze sacrali, quasi liturgiche, e insieme con evocazioni ora carnali ora oniriche, stupisce a ogni pagina. La follia sapiente della parola del poeta, la sua ferita e redenzione, si alternano con ritmi terrestri e cosmici in queste pagine incalzanti, che arrivano a sconcertare ed emozionare il lettore con la semplicità rituale, mistica, dei gesti di tutti i giorni. E si situano in un luogo di sogno e di perdizione in cui la natura si anima all’improvviso e l’uomo diventa bambino. In uno spazio in cui la voce diventa il suono di un violino e il grido di un figlio e la mano di un amante.
Un libro di grande forza, illuminato dall’eco maledetta e santa di un vissuto – quello di Alla Merini – votato in modo così drammatico alla poesia e all’amore.