cctm collettivo culturale tuttomondo Ada D’Adamo (Italia)
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Sei Daria. Sei D’aria. L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile. Nel tuo nome un destino che non ti fa creatura terrena, perchè mai hai conosciuto la forza di gravità che ti chiama alla terra. Gravità che ogni nato conosce non appena viene almondo. Gravità che il danzatore trasforma in arte quando dalla terra spicca il volo e quando alla terra torna, per cadere e di nuovo rialzarsi. Tu non sai lo splendore quotidiano dello stare in piedi, la “piccola danza” che muove ognuno nell’apparente immobilità del corpo verticale. Né immagini il mistero del peso che si trasferisce da una gamba all’altra e origina il passo.
Altra è la gravità che ti riguarda: “condizione che desta preoccupazione o annunda pericolo”.
Condizione che sempre accompagna i documenti che ti definiscono: “handicap grave”, “ipovisione di gra-
do grave”, “grave compromissione”, “contributo disabili gravissimi”. ..
Che la terra – la vita su questa Terra – ti sia lieve, mi auguro per te, ogni giomo. E all’auspicio segue l’azione, ché solo sperare non basta
Sei Daria, sarai D’aria.
Ada D’Adamo
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foto: Ada D’Adamo
Ada D’Adamo (Ortona, 1967 -Roma, 2023) è stata una scrittrice italiana.
Nata a Ortona, si è diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo. Ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea, e lo ha scritto in diversi saggi sulla danza e il teatro. Nel 2023 esce per Elliot Edizioni Come d’aria, libro in seguito candidato al Premio Strega.
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Come d’aria – Presentato da Elena Stancanelli
Come d’aria è un libro che fruga dentro il cuore del lettore. Serviva la lingua esatta e implacabile di questa scrittrice per riuscire a sostenere un sentimento tanto feroce. C’è tutta la rabbia e tutto l’amore del mondo nel racconto di questa danza che lega due donne. Avvinghiate l’una all’altra, in una assoluta e reciproca dipendenza. Daria, la figlia, che comunica soltanto attraverso il suo irresistibile sorriso, Ada, la madre, catapultata suo malgrado in questa storia d’amore. Era una ballerina, Ada. E il corpo, di entrambe, è il centro di questo memoir sfolgorante per intelligenza, coraggio e misericordia. In questo libro si entra con enorme facilità, ma da questo libro si esce cambiati. C’è una tale quantità di vita, nelle sue pagine, da lasciarci senza fiato. Ci siamo noi, la fatica, la nostra inutile bellezza. Dalla prima lettura ho pensato che fosse una pepita d’oro, un dono, un abbraccio. Come avrebbe detto Bobi Bazlen, una perfetta e lacerante «primavoltità».