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Altan la Pimpa

08/11/2025 By carlaita

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“La Pimpa è nata per caso, un pomeriggio, a Milano, nel 1975. Facevo dei disegnini per mia figlia che aveva due anni. E mi chiedeva di disegnare per lei una nave, un orso, un sole. E tra queste cose che disegnavo è venuta fuori anche la Pimpa. Poi è nata una storiellina e la storiellina è piaciuta al Corriere dei piccoli...” Altan

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illustrazione: Altan, la Pimpa

bluesky

Il 13 luglio 1975 la Pimpa fece la sua prima apparizione sul Corriere dei Piccoli nella storia intitolata Pimpa e la Luna.

In quell’episodio d’esordio, la cagnolina bianca a pois rossi, con la lingua sempre di fuori, parlava con la luna e le offriva del latte, credendo che avesse fame perché da piena era diventata mezzaluna. Era il primo segno della logica infantile e fantasiosa che avrebbe caratterizzato tutte le sue avventure. La Pimpa era nata poco prima da un disegno che Francesco Tullio-Altan aveva fatto per sua figlia Kika, che allora aveva due anni. Quel semplice gesto affettuoso si trasformò rapidamente in uno dei più grandi successi della letteratura e dell’animazione per l’infanzia in Italia. Da personaggio pensato per i più piccoli, la Pimpa è diventata un’icona capace di parlare anche agli adulti, adattandosi con naturalezza a ogni mezzo, dai fumetti ai cartoni animati, dai libri alle piattaforme digitali.

Dopo il debutto sulla carta stampata, nel 1982 la Pimpa apparve per la prima volta in televisione. L’anno successivo, nel 1983, Altan pubblicò la storia in cui Pimpa conosce per la prima volta Armando, l’uomo che l’accoglie a casa e che diventerà la sua figura di riferimento. Il successo continuò a crescere fino al 1987, quando uscì il primo numero del mensile dedicato interamente alla Pimpa, ricco di racconti, giochi e illustrazioni per bambini, pubblicato da Franco Cosimo Panini Editore, che ancora oggi lo produce. Nel 2007, nel mondo della Pimpa entra anche la paperina Olivia, un nuovo personaggio che diventa presto molto amato. Nel 2005, a riconoscimento del suo valore culturale e del suo impatto nella letteratura per l’infanzia, la Pimpa riceve il prestigioso Premio Andersen.

Il nome “Pimpa” ha origini curiose: Altan lo scelse ricordando una bambina che conosceva da piccolo, la quale imitava la sua istitutrice tedesca storpiando l’espressione «la bimba» in «la pimpa». Armando, figura chiave fin dalla prima vignetta, è più che un padrone: rappresenta una figura paterna, un punto di riferimento stabile e affettuoso in un mondo popolato da oggetti parlanti e creature immaginarie. È anche l’unico personaggio umano delle storie, l’unico per cui parlare non è un’eccezione. Tutto il resto è straordinario: nelle storie della Pimpa, nulla resta inanimato troppo a lungo. Il sole gioca con le nuvole a mosca cieca, le sedie sorridono, lo scolapasta ha gli occhi, la sveglia chiacchiera, il buio prende vita, e ogni cosa ha un nome proprio: l’aereo Gigi, la foglia Olga, la nuvola Teresa, la manica a vento Pinuccia.

Questo universo animato prende vita attraverso la fantasia della Pimpa, che incarna un classico esempio di animismo infantile, molto diffuso nella narrativa illustrata per bambini. Ma a differenza di altri fumetti dove la realtà dei piccoli convive con quella degli adulti, come in Calvin & Hobbes, nelle storie della Pimpa esiste solo il suo punto di vista. Più che far ridere, le sue avventure suscitano meraviglia e una forma di curiosità affettuosa per la sua logica imprevedibile e coerente solo nel suo mondo.

Lo stile semplice, quasi laconico, di Altan e la struttura narrativa essenziale resero la Pimpa un personaggio ideale anche per la televisione. Già nel 1979 la Rai le dedicò un primo cartone animato, piuttosto sperimentale. Ma è nel 1982, con la serie animata diretta da Osvaldo Cavandoli, composta da episodi brevi di cinque minuti, che la Pimpa arriva davvero al grande pubblico televisivo, mantenendo lo spirito delle storie originali. Negli anni Novanta segue una nuova serie firmata Enzo D’Alò, e successivamente altre due serie vengono prodotte nel 2010 e nel 2015.

Il fumetto della Pimpa fu pubblicato sul Corriere dei Piccoli fino alla chiusura della rivista, nel 1995, ma il mensile a lei dedicato continuò e continua ancora oggi a essere un punto di riferimento nel panorama editoriale per l’infanzia. Il personaggio ha anche saputo rinnovarsi nel tempo, trovando spazio sui social media: in particolare su Instagram, dove l’account ufficiale pubblica ogni giorno una tavola, avvicinando la Pimpa anche alle nuove generazioni di lettori.

La scrittrice e editrice Giovanna Zoboli, in un saggio pubblicato su Doppiozero, ha riflettuto sul fascino duraturo della Pimpa, attribuendolo alla sua logica sorprendente e agli slittamenti mentali che produce. Come il pensiero dei bambini, anche quello della Pimpa «va in tutt’altro modo da quanto ci si potrebbe aspettare, beffandosi con naturalezza di sicurezze e aspettative».

A cinquant’anni dalla sua nascita, la Pimpa continua a raccontare un mondo dove la curiosità è una forza creativa e l’immaginazione non ha confini. Un mondo in cui ogni cosa, anche la più piccola, può prendere vita e raccontare una storia.

Francesco Tullio Altan è nato a Treviso nel 1942, nel 1975 si stabilisce prima a Milano e poi ad Aquileia, dove vive tuttora.

Sempre nel 1975 realizza per il Corriere dei Piccoli il suo personaggio di maggior successo, La Pimpa, cagnolina a pois entrata nei cuori dei bambini di tutta Italia. Tale è stata la popolarità delle sue storie che Pimpa, dal 1987, conta un omonimo mensile tutto suo, pubblicato anche in Argentina e Turchia, e una serie animata ancora in programmazione sui canali Rai. Altan è celebre anche per i suoi romanzi a fumetti, realizzati a partire dagli anni ’70 per un pubblico più adulto, comparsi per la prima volta a puntate sulla rivista Linus diretta da Oreste del Buono. Dalle parodie di biografie storiche come Colombo e Franz alle ironiche rivisitazioni dell’avventura (Ada nella giungla, Macao, Sandokan), fino ad amare parabole contemporanee come Friz Melone e Cuori pazzi. Terzo e notissimo aspetto della sua produzione è la satira: le sue vignette sono state pubblicate su Panorama, Tango, Cuore e Smemoranda, e continua una pluriennale collaborazione con L’Espresso e La Repubblica.

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