cctm collettivo culturale tuttomondo 14 iliade nutrice
14 Iliade -A. Baricco Prima Serata Nutrice parte 01
ILIADE
Un progetto di Alessandro Baricco
con Alessandro Baricco e, in alternanza nei tre reading: Stefano Benni, Michele Di Mauro, Mariella Fabbris, Pierfrancesco Favino, Carolina Felline, Simone Gandolfo, Elio Germano, Edoardo Nesi, Paolo Rossi, Fabrizia Sacchi, Sandro Veronesi…
Ideazione, testi e regia di
Alessandro Baricco
Progetto musicale di Giovanni Sollima
Disegni di Gianluigi Toccafondo
Luci di Guido Levi
Regia video di Paolo Gazzarra
Suono di Alessandro Borgioni
Direzione tecnica di Luigi Gremma
Coordinatore del progetto Fabrizio Grifasi
Assistente di produzione Francesca Manica
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L’idea è quella di leggere in pubblico l’Iliade. Un reading lungo una dozzina di ore, diviso in tre serate. Una scena essenziale, costumi appena accennati, un grande schermo e il primo piano del lettore…(tratto dal programma della XXVII edizione di Torino Settembre Musica 2004) www.comune.torino.it/settembremusica
Certo che me lo ricordo quel giorno.
Mi ricordo tutto di quel giorno. E solo quello voglio ricordare.
Arrivò Ettore, entrò dalle porte Scee, si fermò sotto la grande quercia. Tutte le spose e le figlie dei guerrieri troiani corsero verso di lui: volevano sapere notizie dei loro figli e fratelli e mariti. Ma lui disse solo: pregate gli dei, perché una grande sciagura incombe su di noi. Poi corse verso la reggia di Priamo.
L’immensa reggia, dai portici splendenti. Che ricchezza… Da una parte cinquanta stanze di pietra chiara, costruite una accanto all’altra: ci dormivano i figli maschi di Priamo, con le loro spose. E dall’altra dodici stanze di pietra chiara, costruite una accanto all’altra: ci dormivano le figlie di Priamo con i loro sposi.
Ettore entrò ed Ecuba, la sua dolcissima madre, gli andò incontro. Lo prese per mano e gli disse: “Figlio, perché sei qui, perché hai lasciato la battaglia? Gli odiosi Achei vi schiacciano, contro le mura. Sei venuto per alzare le braccia verso Zeus, dall’alto della rocca? Lascia che ti dia del vino perché tu ne beva e lo offra agli dei. Il vino da’forza all’uomo stanco e tu sei sfinito, tu che combatti per difendere tutti noi”.
Ma Ettore disse di no, le rispose che non voleva vino, non voleva perdere la sua forza e dimenticare la battaglia. Le disse che neanche poteva offrirlo agli dei, perché le sue mani erano sporche di polvere e sangue. “Va’ tu al tempio di Atena”, le disse, “Raduna tutte le donne più anziane e sali lassù. Prendi il peplo più bello, il più grande che hai nella reggia, quello che hai più caro, e va’ a deporlo sulle ginocchia di Atena, la dea predatrice. Chiedile di avere pietà delle spose troiane e dei loro giovani figli, e supplicala di allontanare da noi Diomede, il figlio di Tideo, perché con troppa ferocia combatte, e ovunque sparge terrore.”
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