centro cultural tina modotti caracas Seduto su questa terrazza
Seduto su questa terrazza, a due, a tre, a sette, o a dieci metri dalle donne che vedo, mi par di sentire, per un’allucinazione uditiva, il pulsare leggero della stupidità in quelle fronti bianche delicatamente poggiate sugli archi dei sopraccigli; se spingo le cose più in fondo con un altro bicchiere di vino, posso assicurare il mio lettore di aver percepito distintamente il rumore delle dieci sconclusionate parole che la vita fiacca e convenzionale fa dentro quei cervelli intanto che le bocche sono mirabilmente immobili in un sorriso enigmatico.
Ma grazie alla nostra sensualità, anch’essa divina come la ragione finché non sia diventata lussuria, le mantelline leggere lasciate cascare dietro i colli e le spalle nudi, e aperte davanti al seno che si sporge semivestito di seta, e come gonfio di un respiro che non è quello del petto, sono quanto ci rimane dei manti delle dee, ultime vestige della giovinezza del mondo.
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Vitaliano Brancati, Paolo il caldo, 1955 – frammento
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opera: L. Alma -Tadema, Primavera, 1894 – particolare
Il Centro Cultural Tina Modotti è oggi una delle realtà più interessanti, in Sud America, fra le tante che si occupano di cultura e che, soprattutto, hanno un riferimento più o meno diretto con l’Italia. Il Centro nasce su iniziativa di Antonio Nazzaro, poliedrica figura di intellettuale, da quasi vent’anni trasferitosi nei paesi del Sud America e dell’America Centrale, dove, fra Messico e Venezuela, ha dato vita a numerosissime iniziative diventando un punto di riferimento per chi ama la poesia.
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