cctm collettivo culturale tuttomondo Umberto Eco La bustina di minerva
I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico.
Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, […] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. […]
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta.
Umberto Eco
da La bustina di minerva, Bompiani, 1999
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opera: John Michael Carter , Summer Reading
La bustina di minerva è stata una rubrica culturale e ironica curata da Umberto Eco, pubblicata dal 1985 al 2016 sull’ultima pagina del settimanale l’Espresso.
La rubrica iniziò il 31 marzo del 1985 ed ebbe termine il 27 gennaio del 2016, pochi giorni prima della morte dell’autore. Uscì con cadenza settimanale fino al marzo 1998, quando divenne quindicinale.
Nel 1999, la casa editrice Bompiani ne ha tratto un’antologia più volte ristampata e tradotta anche in varie lingue. Nel 1992 una serie di “bustine” di tono satirico era stata pubblicata ne Il secondo diario minimo. La rubrica trattava di vari argomenti: dalla storia alle riflessioni sull’attualità e sul futuro; a volte vi compaiono divertissement o piccoli racconti. Il suo titolo è “senza riferimenti alla dea della sapienza”, ma vuole sottolineare l’occasionalità degli scritti con il riferimento alla nota bustina di fiammiferi, nella cui parte interna spesso si prendono appunti o si annotano brevi considerazioni. (Wikipedia)
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Umberto Eco La bustina di minerva