cctm collettivo culturale tuttomondo René Magritte (Belgio)
Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.
René Magritte
opera: René Magritte, Les vancances de Hegel, 1958 – collezione privata
René Magritte (Lessines, 1898 – Bruxelles, 1967) è stato un pittore belga, considerato uno dei più importanti esponenti del surrealismo.
Suo padre era un sarto e la madre una casalinga. La sua infanzia fu segnata dal suicidio della madre, avvenuto nel 1912, quando lui aveva solo 14 anni.
Dopo aver frequentato la scuola secondaria, Magritte si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles, dove studiò disegno e pittura. I suoi primi lavori furono influenzati dal cubismo e dal futurismo, ma presto si interessò al surrealismo, movimento artistico che esplorava l’inconscio e il mondo dei sogni.
Nel 1922 Magritte sposò Georgette Berger, che fu sua musa ispiratrice per tutta la vita. Nel 1923 iniziò a lavorare come grafico, disegnando soprattutto carte da parati. Questa esperienza gli permise di sviluppare un’abilità tecnica che fu fondamentale per la sua produzione artistica.
Nel 1927 Magritte si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con i principali esponenti del surrealismo, tra cui André Breton e Salvador Dalí. In questo periodo iniziò a sviluppare il suo stile caratteristico, caratterizzato da immagini surreali e paradossali, che sfidano la percezione del mondo reale.
Alcuni dei suoi dipinti più famosi sono “Il tradimento delle immagini” (1929), che mostra un sigaro con la scritta “Ceci n’est pas une pipe” (“Questa non è una pipa”), “La condizione umana” (1933), che rappresenta un uomo che guarda fuori da una finestra su un paesaggio surreale, e “La Voce del sangue” (1948), che mostra una donna con un occhio di vetro.
Nel 1930 Magritte tornò a Bruxelles, dove trascorse il resto della sua vita. Continuò a dipingere fino alla sua morte, avvenuta il 15 agosto 1967.
Le opere di Magritte hanno avuto una profonda influenza sull’arte del XX secolo. I suoi dipinti sono stati interpretati come metafore della natura illusoria della realtà e del potere dell’immaginazione.
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