collettivo culturale tuttomondo Publio Virgilio Marone
Te reo di grave error l’ira d’un Dio
Persegue, e questi meritati mali,
Ed altri più, se a lui non vieti il Fato,
Suscita e move l’infelice Orfeo,
Furente ancor per la rapita sposa.
Ahi! che da te la misera fuggendo
Precipitosa lungo il fiume, il crudo
Serpe non vide, che fra l’erbe ascoso… continua a leggere su Wikisource
_
Non te nullius exercent numinis irae;
magna luis commissa: tibi has miserabilis Orpheus
haudquaquam ob meritum poenas, ni fata resistant,
suscitat et rapta graviter pro coniuge saevit.
Illa quidem, dum te fugeret per flumina praeceps,
immanem ante pedes hydrum moritura puella
servantem ripas alta non vidit in herba… continua a leggere su Wikisource_
_
Publio Virgilio Marone, Georgiche, Libro IV, traduzione di Clemente Bondi
_
_
dipinto di Anselm Feuerbach, Orpheus and Eurydice, 1869
Orfeo è una mitica figura di cantore e sciamano: suonava meravigliosamente la cetra, al punto da incantare gli animali feroci e smuovere le pietre.
La sua sposa Euridice era morta, trafitta da un serpente, mentre cercava di sfuggire all’assalto amoroso del pastore Aristeo. Orfeo scese nell’ oltretomba e suonò in modo così commovente da ammaliare le ombre e i mostri dell’Ade. Persino il re dei defunti e l’implacabile Persefone s’impietosirono e acconsentirono a rimandare Euridice fra i vivi, a condizione che lo sposo non si voltasse a guardarla prima che fossero giunti a casa.
Ma Orfeo, proprio sulla soglia della luce, fu preso da un’improvvisa inquietudine: si voltò e perse l’amata per sempre.
Il suo dolore fu inconsolabile: tornato fra i vivi rifiutò l’amore di ogni altra compagna, sinché le donne di Tracia, folli seguaci di Dioniso, offese per i suoi rifiuti, lo fecero a pezzi e ne dispersero i resti. La testa continuò a cantare anche dopo lo smembramento: portata al mare dal fiume Ebro, giunse all’isola di Lesbo dove fu accolta e sepolta, ma seguitò a rendere oracoli.
Alla figura del mitico cantore è legato il movimento religioso detto “orfico”, che attraverso riti segreti prometteva la salvezza dell’anima dopo la morte.
_
_
Publio Virgilio Marone