collettivo culturale tuttomondo Pier Paolo Pasolini Moravia
Comizi d’ amore è un film-documentario del 1965 diretto da Pier Paolo Pasolini.
Nel 1963 Pier Paolo Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l’Italia per trovare location e volti per il nuovo film del regista friulano: il Vangelo secondo Matteo. Ma Pasolini da un po’ di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla sessualità, l’amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la morale del suo paese… continua a leggere su Wikipedia
Encuesta sobre el amor es una documental dirigida por Pier Paolo Pasolini en 1965.
Micrófono y cámara en mano, Pasolini filmó este documental en 1963, buscando reflejar la mentalidad italiana con respecto a la sexualidad y a las relaciones amorosas entre sus compatriotas. Para ello viaja al sur y al norte, a las ciudades y al campo, entrevistando a intelectuales, trabajadores y granjeros…; a hombres y mujeres, a mayores y niños… Entre las personalidades que aparecen entrevistadas se encuentran el poeta y premio Nobel Ungaretti, o el escritor Alberto Moravia.
parte 16
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testo spagnolo dal web
immagine dal web
Comizi d’amore (1963) di Pier Paolo Pasolini
Un eccezionale documento di cinema-inchiesta e di cinema-verità.
(…) Un turbinio, un caos, una babilonia di opinioni diverse. Le più ridicole, inconcepibili e contraddittorie. E ingenue, infantili, scandalizzate, apparentemente sensate, in realtà prive di ogni senso logico. La gente risponde. È chiaro che l’intelaiatura dell’inchiesta dovrà essere nettissima, quasi matematica: ma la realizzazione dovrà necessariamente essere la più inaspettata, la più imprevista, la più caotica possibile; secondo il grafico della gente sui problemi che essa pone.
(…) E tutto questo potrebbe avere una soluzione finale – sempre al livello «sentimentale e poetico» ma in coincidenza con lo spirito scientifico del film – ponendo come problema conclusivo il matrimonio e la procreazione. (…) Ecco, andare per le chiese e i municipi; scegliere una coppia, giovane, sana, umile e seguirla, nella sua antica festa sempre uguale… Penserei a un matrimonio popolare, in cui il senso «della vita sana che per quanto fittiziamente e poeticamente trionfa sulla vita tragica», ha più forza di convinzione: un bel giovane, una bella ragazza che vanno a sposarsi, lei vestita sommariamente di bianco, lui vestito sommariamente di nero, verso la chiesa povera del quartiere… coi gruppi dei parenti… (…) se qualcuno glielo chiede, potrebbero darsi un bacio. E proprio così il film potrebbe concludersi: con questo rapido, casto bacio, il bacio finale dei buoni vecchi film.
(Appendice a “Comizi d’amore” (1963), in Per il cinema, a cura di W.Siti e F.Zabagli, I, “Meridiani” Mondadori, Milano 2001, pp. 477-484)
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