cctm collettivo culturale tuttomondo Oriana Fallaci Niente e così sia
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Tu che non sai perché rido così forte quando rido, e piango così fitto quando piango, e mi accontento di così poco quando mi accontento, ed esigo tanto quando esigo. Tu che non sai come la vita sia molto più del tempo che passa fra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore, su questo pianeta dove gli uomini fanno miracoli per salvare un moribondo e le creature sane le ammazzano a cento, a mille, un milione per volta.
Oriana Fallaci
da Niente e così sia, Rizzoli, 1969
La giornalista e scrittrice dal 1967 all’anno successivo fece tre viaggi in Vietnam come inviata. Pubblicò sul settimanale L’Europeo una serie di reportage nel 1968. Questa esperienza fu raccontata nel saggio «Niente e così sia», scritto nel ‘69
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foto: Oriana Fallaci, Vietnam, 1968
Oriana Fallaci (1929-2006), fiorentina, è stata definita “uno degli autori più letti ed amati del mondo” dal rettore del Columbia College of Chicago che le ha conferito la laurea ad honorem in letteratura.
Ha intervistato i grandi della Terra e come corrispondente di guerra ha seguito i conflitti più importanti del nostro tempo, dal Vietnam al Medio Oriente. I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo,
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Sinossi
“La vita cos’è?” Alla vigilia della partenza per il Vietnam come inviata de “L’Europeo”, nel 1967, Oriana Fallaci tenta di rispondere alla domanda della sorellina Elisabetta: “La vita è il tempo che passa tra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore”.
Ma la risposta le sembra incompleta e l’interrogativo la accompagna durante il viaggio. Arrivata a Saigon, la Fallaci si trova immersa in un’atmosfera surreale, e giorno dopo giorno annota nel suo diario l’insensatezza della guerra: dalla battaglia di Dak To all’offensiva del Tet, fino all’assedio della capitale vietnamita, Oriana racconta gli orrori del conflitto, descrivendo la crudeltà che la circonda in pagine struggenti e memorabili. Quando, dopo un anno, la Fallaci torna in Toscana e ritrova la piccola Elisabetta, una risposta per lei ce l’ha: “La vita è una condanna a morte. E proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza temer di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie, ma uomini”.
Un libro considerato un classico della letteratura, un romanzo di guerra che è un inno alla vita.
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