cctm collettivo culturale tuttomondo Nina Berberova da Il corsivo è mio, Adelphi, 1989
Sono libera di vivere dove e come voglio, di leggere ciò che voglio, di pensare a tutto ciò che voglio come voglio, e di ascoltare chi voglio.
Sono libera nelle vie delle grandi città, dove nessuno mi vede, mentre cammino sotto la pioggia scrosciante senza un dove né un quando, mormorando dei versi; sono libera nel bosco, e sulla riva del mare in una solitudine benedetta, e nella musica che risuona in me, e nella mia stanza, quando chiudo la porta.
Posso sapere tutto quello che voglio sapere e posso dimenticare quello che non mi serve. Posso fare qualsiasi domanda e ricevere una risposta. Posso scegliere i miei amici. Sono felice di aver risolto tutti i teoremi dei miei anni immaturi. Non mi fingo mai più intelligente, più bella, più giovane e più buona di quanto sono per apparire diversa, perché non ho nessun bisogno di quelle menzogne.
Vivo nell’incredibile e indescrivibile lusso delle domande e delle risposte del mio tempo, che mi sono vicine e che sento come mie, assolutamente libera di fare la mia scelta: di amare quel che voglio e chi voglio.
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Nina Berberova da Il corsivo è mio, Adelphi, 1989
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foto: copertina del libro
Nina Berberova (San Pietroburgo, 8 agosto 1901 – Filadelfia, 26 settembre 1993) è stata una scrittrice russa.
Fuggita giovanissima dalla Russia comunista, raccontò le vite degli esuli russi anti-comunisti, rifugiati a Parigi, in racconti e romanzi; scrisse biografie di autori russi. Emigrò negli Stati Uniti, dove divenne un’apprezzata accademica e traduttrice dal russo in inglese; la fama e il successo di pubblico giunsero solo in tarda età, quando le Éditions Actes Sud, a partire dal 1985, iniziarono la ripubblicazione delle sue opere. (fonte Wikipedia)
“Questo non è un libro di ricordi. Questo libro è la storia della mia vita, il tentativo di raccontare questa vita seguendo un ordine cronologico e di scoprirne il significato. Ho amato e amo la vita, e non meno della vita (ma neanche di più) amo il suo significato. Scrivo di me nel passato e nel presente, e parlo del passato con il mio linguaggio del presente. In momenti diversi mi è capitato di scrivere brani di memorie e, quando parlavo di me stessa, non mi sentivo completamente a mio agio, era come se imponessi al lettore un protagonista che egli non si aspettava da me. Qui parlerò più di me che di tutti gli altri presi insieme, quasi tutto riguarderà me, la mia infanzia, la mia giovinezza, gli anni della maturità, i miei rapporti con gli altri ecco il disegno di questo libro. Il mio pensiero vive non soltanto nel passato (come memoria), ma anche nel presente (come coscienza di me stessa nel tempo). Il futuro può anche non esserci affatto, o essere breve, schematico e frammentario”.
Questo l’incipit de, Il corsivo è il mio, l’autobiografia di Nina Berberova, testimonianza di un secolo, delle sue peripezie, delle peregrinazioni per l’ Europa, del percorso intellettualie della scrittrice e di chi ha subito il suo stesso destino.
cctm collettivo culturale tuttomondo Nina Berberova da Il corsivo è mio, Adelphi, 1989