collettivo culturale tuttomondo Maria Lai Formiche
opera: Maria Lai, Formiche, 1992
Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013) è una nota artista conosciuta soprattutto per le sue opere tessili, definita dal critico Giorgio Di Genova come una poetica amanuense del cucito.
La sua tecnica artistica, infatti, ruota intorno all’uso di materie tessili che rimandano al passato della sua terra e alle antiche tradizioni della Sardegna.
La sua arte è collegata a elementi quali tradizione, scarto, tessitura. L’opera dell’artista più rappresentativa e nota è Legarsi alla montagna (1981), manifestazione artistica tenutasi a Ulassai nel 1981 lungo un arco di tempo di tre giorni.
La sua storia e la sua persona rappresentano un simbolo di emancipazione femminile in quanto è stata in grado di trasformare quel che sarebbe dovuto essere l’ordinario (come il lavoro al telaio o in cucina) nella sua arte, riuscendo così ad evadere da un futuro già scritto.
Parlando della sua vita ha affermato: “Io fin da bambina avevo sempre bisogno di sfuggire di casa e mi si guardava con un’interrogazione: ‘Non ti amiamo abbastanza? Perché stai sempre lontana? Perché ti nascondi sempre?’ Io amavo molto stare sola, nascosta, e mi dicevano: ‘Ma cosa fai?’ E io ascoltavo il silenzio. Mi sembrava bellissimo. Però naturalmente mi sentivo diversa, mi sentivo sempre un po’ accusata, mi pareva di tradire sempre chi mi amava. E sempre ho avuto il bisogno di creare distanze tra chi mi ama e me. Non sopporto di essere amata più di tanto. Il vero amore è quello che mi dava mio padre aiutandomi a essere libera anche essendo preoccupatissimo per me”.
Seppur vicina al gruppo Informale, grazie ad alcune tematiche in comune, Maria Lai non prende parti e agisce da sola con un bagaglio di esperienze e di vissuto tutto singolare, impossibile da associare a qualsiasi movimento. Nelle sue opere Maria Lai parla di se e del lavoro femminile della sua terra.
Maria Elvira Ciusa, sua ex collaboratrice, a riguardo ha dichiarato: “Il mondo delle arti, quando esordì, era dominato dagli uomini…Maria Lai veniva assalita dallo sconforto di dover continuare a lottare e trovarsi a vivere all’ombra dei suoi compagni di strada, coi quali aveva condiviso negli anni Sessanta i nuovi linguaggi dell’arte, di artisti come Pino Pascali, Jannis Kounellis, Piero Manzoni e Alighiero Boetti”.
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