cctm collettivo culturale tuttomondo Margaret Mead (USA)
Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così.
Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo.
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foto: Margaret Mead
Margaret Mead (Filadelfia, 1901 – New York, 1978) l’antropologa più famosa della storia.
I suoi studi sul comportamento degli adolescenti nelle isole Samoa, e sui rapporti tra evoluzione degli individui e formazione delle culture fanno di lei, da oltre un trentennio, una delle più autorevoli personalità dell’antropologia culturale. Numerose le sue pubblicazioni. Tra le più importanti tradotte in italiano: L’adolescente in una società primitiva, Crescita di una comunità primitiva e Generazioni in conflitto.
Fu allieva di Ruth Benedict e Franz Boas alla Columbia University, dove successivamente insegnò antropologia culturale. Intraprese viaggi etnografici nelle Samoa, nelle Isole dell’Ammiragliato e in Nuova Guinea. Le ricerche fatte nei luoghi in cui si recò ispirarono i suoi libri, divenuti classici letti in tutto il mondo.
Nei suoi studi si è concentrata soprattutto sul ruolo dei fattori biopsicologici, culturali e individuali nella strutturazione della personalità individuale e sociale, concludendo che la variabilità naturale dei caratteri congeniti basilari è universalmente identica, ma ciascuna cultura seleziona e modella poi un numero limitato di forme.
L’estrema abilità di scrittrice, e una forte sensibilità ai problemi sociali e politici, fecero di Margaret Mead una protagonista della scena culturale statunitense a lei contemporanea, si impegnò attivamente nelle fasi centrali della nascita del movimento femminista.
Tra le opere: Sesso e temperamento in tre società primitive (1935); Maschio e femmina (1949).
Si interessò al problema del carattere e dell’identità nazionale e ai rapporti tra mutamento economico e cambiamenti della struttura della personalità.
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Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia.