collettivo culturale tuttomondo Marcos Ana (España)
La mia casa e il mio cuore di Marcos Ana (Spagna)
(sogno di libertà)
Se tornerò alla vita un giorno
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.
Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il rosso pane dell’aurora;
La luna, mia dolce amante.
Che l’amicizia non trattenga
il suo passo sulla mia soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le sue labbra. Nessuno.
La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.
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Mi casa y mi corazón de Marcos Ana (España)
(sueño de libertad)
Si salgo un día a la vida
mi casa no tendrá llaves:
siempre abierta, como el mar,
el sol y el aire.
Que entren la noche y el día,
y la lluvia azul, la tarde,
el rojo pan de la aurora;
La luna, mi dulce amante.
Que la amistad no detenga
sus pasos en mis umbrales,
ni la golondrina el vuelo,
ni el amor sus labios. Nadie.
Mi casa y mi corazón
nunca cerrados: que pasen
los pájaros, los amigos,
el sol y el aire.
da Decidme cómo es un árbol
Dopo 23 anni di prigione, il poeta Marcos Ana passa la notte con una prostituta. Il mattino successivo lei gli ridà indietro i soldi, accompagnandoli con queste parole: “Vorrei che tornassi, oggi”. Lui spende quei soldi in un mazzo di fiori e in un biglietto scrive: “A Isabel, mi primer amor”.
Quel giorno compiva 42 anni, e aveva solo allora conosciuto il corpo di una donna.
Marcos Ana era un poeta spagnolo. A 19 anni era stato imprigionato dal franchismo. Oltre ad essere un poeta, era anche iscritto al Partito Comunista.
Nel 1941 fu condannato a morte ma la sentenza venne annullata per un difetto di forma. Quella condanna tornerà a pendere sulla sua testa diverse volte in quegli anni senza fine.
In carcere, dopo il confinamento e la tortura, comincia lentamente a ottenere qualche beneficio. La guerra è ormai lontana ma quell’oscuro poeta continua a rappresentare un pericolo per un regime fondato sul terrore e la sopraffazione.
Nei libri, scappati alle maglie della censura, arrivano a fargli visita Rafael Alberti, Miguel Hernàndez, Federico García Lorca, Pablo Neruda…
Aveva 42 anni, Marcos Ana, quando riuscì a vedere il cielo, tutto intero, come quel corpo, come le tante prime volte, nel primo giorno del mondo.
Dal carcere, imprigionato per il delitto di pensare diversamente in una società malata, aveva chiesto, diverse volte, che gli venisse descritto il mondo…
testo illustrazione e traduzione a cura di Dina Carruozzo Nazzaro