cctm collettivo culturale tuttomondo Lucio Battisti (Italia)
Lucio Battisti, Ancora tu, 1976
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Ancora tu
Non mi sorprende lo sai
Ancora tu
Ma non dovevamo vederci più
E come stai
Domanda inutile
Stai come me
E ci scappa da ridere
Amore mio
Hai già mangiato o no?
Ho fame anch’io
E non soltanto di te
Che bella sei
Sembri più giovane
O forse sei
Solo più simpatica
Oh io lo so
Cosa tu vuoi sapere
Nessuna no
Ho solo ripreso a fumare
Sei ancora tu
Purtroppo l’unica
Ancora tu
L’incorregibile
Ma lasciarti non è
Possibile
No lasciarti non è
Possibile
Lasciarti non è
Possibile
No lasciarti non è
Possibile
Sei ancora tu
Purtroppo l’unica
Ancora tu
L’incorregibile
Ma lasciarti non è
Possibile
No lasciarti non è
Possibile
Lasciarti non è
Possibile
No lasciarti non è
Possibile
Disperazione gioia mia
Sarò ancora tuo
Sperando che non sia follia
Ma sia quel che sia
Abbracciami amore mio
Abbracciami amor mio
Ché adesso lo voglio anch’io
Ancora tu
Non mi sorprende lo sai
Ancora tu
Ma non dovevamo vederci più
E come stai?
Domanda inutile
Stai come me
E ci scappa da ridere
Sei ancora tu
Purtroppo l’unica
Lucio Battisti, Ancora tu, dall’album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera, Numero Uno, 1976
Compositori: Lucio Battisti / Mogol
Quella di Lucio Battisti (1943-1998) è la parabola di un percorso creativo in forte controtendenza nella musica pop italiana, che illumina le contraddizioni tra l’arte e le modalità della sua fruizione.
Battisti non è mai stato d’accordo sulla definizione di “cantautore” rivoltagli, e giustamente: era un autore che interpretava canzoni proprie, mentre i testi erano opera di un professionista, Giulio Rapetti, registrato alla SIAE con lo pseudonimo Mogol. Il fenomeno musicale Battisti-Mogol nasce con l’incontro tra i due, nel 1965; il primo, il musicista, proveniva dalle orchestre da ballo di Roma e Napoli, era un appassionato di rhythm’n’blues, ascoltava musica nera, Otis Redding, Ray Charles, e più tardi Dylan e i Rolling Stones; il secondo, il “paroliere”, già conosciuto nell’ambiente discografico, si rendeva conto che la musica italiana era sull’orlo di una svolta: i giovani stavano per irrompere sul mercato come era avvenuto in Inghilterra.
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