cctm collettivo culturale tuttomondo Lalla Romano (Italia)
di Lalla Romano (Demonte, 1906 – Milano, 2001)
Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza, con rabbia.
Adesso gli giro intorno; un tempo invece lo assalivo. Ma anche adesso ogni tanto -raramente – sbotto.
Allora lui mi guarda con la sua famosa calma e dice: – Tu mi manchi di rispetto!
La mia collera di ora dev’essere un residuo delle antiche battaglie, quando io reagivo come se lui fosse una parte di me che tradiva se stessa e dunque mi tradiva. Ai miei assalti e assedi ormai più che altro ammirativi, lui oppone freddezza, noia e perfino gentilezza (distratta). Ma soprattutto io non rinunzio a tentare di conoscerlo, discorsivamente voglio dire. So bene che le domande sono un sistema sbagliato; ma ci ricasco. Lui è seduto davanti a me, immerso in un libro (magari un fumetto). Io provo a incominciare un discorso, e per di più su temi generali. Senza alzare il capo risponde: – Non so.
da Le parole tra noi leggere, Einaudi, 1996 – Premio Strega 1969
Le parole tra noi leggere è un romanzo di Lalla Romano che esplora il complesso rapporto tra madre e figlio. Il titolo riprende fedelmente i versi 28-29 (“…le parole / tra noi leggere cadono”) della poesia Due nel crepuscolo di Eugenio Montale, inclusa nella raccolta La bufera e altro. Il libro, molto apprezzato dallo stesso Montale, vinse il Premio Strega nel 1969.
Lalla Romano (Demonte, 1906 – Milano, 2001) è stata una poetessa, scrittrice, e giornalista italiana.
Terminati gli studi liceali si trasferisce a Torino per frequentare la facoltà di Lettere, dove si laurea nel 1928 in Letteratura romanza con una tesi sullo Stilnovo. Trovato un impiego come bibliotecaria, rientra temporaneamente a Cuneo, ma la lascia di lì a poco ancora alla volta di Torino per insegnare nelle scuole medie.
L’esordio letterario risale al 1941, quando, ottenuto un giudizio positivo di Montale, dà alle stampe la raccolta poetica Fiore. La guerra però la costringe di nuovo ad abbandonare il capoluogo piemontese per rifugiarsi dalla madre. Qui prende parte alle attività partigiane cuneesi, avvicinandosi alle brigate «Giustizia e Libertà» e successivamente aderendo al Partito d’Azione. Nel 1943 esce comunque una traduzione di Flaubert commissionatale da Pavese (Tre racconti di Flaubert). Nel dopoguerra segue il marito a Milano e riprende a scrivere: in poco più di un decennio escono Le metamorfosi (1951), Maria (1953), le poesie de L’autunno (1955), Tetto murato (1957), Diario di Grecia (1959), L’uomo che parlava solo (1961) e La penombra che abbiamo attraversato (1964). Nel 1969 vince il Premio Strega con Le parole tra noi leggere, al quale seguono L’ospite (1973), le poesie di Giovane è il tempo (1974), Lettura di un’immagine (1975), La villeggiante (1975), Pralève (1978), Una giovinezza inventata (1979), Inseparabile (1981), Nei mari estremi (1987) e Un sogno del Nord (1989). Fra le opere più recenti si segnalano Le lune di Hvar (1991), Ho scoperto l’ospedale (1995), In vacanza col buon samaritano (1997), L’eterno presente (1998) e Dall’ombra (1999).
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