cctm collettivo culturale tuttomondo John Ashbery (USA)
Certi alberi di John Ashbery (Rochester, 1927 – Hudson, 2017)
Questi sono stupefacenti: accosto
ciascuno al vicino, come se il discorso
fosse una messa in scena silente.
Dandoci stamane casualmente
appuntamento così tanto via
dal mondo quanto in armonia
con esso, io e te
siamo d’improvviso ciò che
gli alberi cercano di dirci
che siamo: che il loro mero esserci
ha significato; che potremo toccare
presto, e amare e spiegare.
E lieti di non avere inventato
noi tale grazia, ne siamo circondati:
un silenzio già colmo di rumori,
una tela su cui affiori
un coro di sorrisi, d’inverno, un mattino.
Posti in una luce sconcertante, e in cammino,
i nostri giorni indossano una tale reticenza
che questi accenti paiono la loro stessa resistenza.
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da Un mondo che non può essere migliore, Luca Sossella editore, 2008
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Some trees by John Ashbery (Rochester, 1927 – Hudson, 2017)
These are amazing: each
Joining a neighbor, as though speech
Were a still performance.
Arranging by chance
To meet as far this morning
From the world as agreeing
With it, you and I
Are suddenly what the trees try
To tell us we are:
That their merely being there
Means something; that soon
We may touch, love, explain.
And glad not to have invented
Such comeliness, we are surrounded:
A silence already filled with noises,
A canvas on which emerges
A chorus of smiles, a winter morning.
Placed in a puzzling light, and moving,
Our days put on such reticence
These accents seem their own defense.
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immagine dal web
traduzione: Damiano Abeni e Moira Egan
John Ashbery (Rochester, 1927 – Hudson, 2017) è stato un poeta e critico d’arte statunitense, considerato uno dei più importanti esponenti della poesia americana del secondo dopoguerra.
Ha scritto oltre 20 volumi di poesia, tra cui la sua opera più famosa, “Autoritratto in uno specchio convesso” (1975), per la quale ha ricevuto il Premio Pulitzer per la poesia, il National Book Award e il National Book Critics Circle Award.
La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio fluido e suggestivo, spesso frammentario e ricco di metafore, che esplora temi come la memoria, l’identità, la percezione e la condizione umana.
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