collettivo culturale tuttomondo Isabel Allende madre
Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome.
Sono nata nell’ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha resa malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria.
Mio padre, un indiano dagli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa. Consuelo, mia madre, aveva trascorso l’infanzia in una regione incantata, dove per secoli gli avventurieri hanno cercato la città di oro puro vista dai conquistatori spagnoli allorché si affacciarono sugli abissi della loro ambizione.
Quel paesaggio aveva lasciato in lei una traccia che in qualche modo riuscì a trasmettermi
Isabel Allende
Me llamo Eva, que quiere decir vida, según un libro que mi madre consultó para escoger mi nombre.
Nací en el último cuarto de una casa sombría y crecí entre muebles antiguos, libros en latín y momias humanas, pero eso no logró hacerme melancólica, porque vine al mundo con un soplo de selva en la memoria.
Mi padre, un indio de ojos amarillos, provenía del lugar donde se juntan cien ríos, olía a bosque y nunca miraba al cielo de frente, porque se había criado bajo la cúpula de los árboles y la luz le parecía indecente. Consuelo, mi madre, pasó la infancia en una región encantada, donde por siglos los aventureros han buscado la ciudad de oro puro que vieron los conquistadores cuando se asomaron a los abismos de su propia ambición.
Quedó marcada por el paisaje y de algún modo se las arregló para traspasarme esa huella.
Isabel Allende
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dipinto Moki Mioke
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